«Siamo all’assurdo - scrive in una nota CasaPound Italia - l’amministrazione comunale decide di premiare i Rom per il degrado dei beni pubblici a loro assegnati dandogli la precedenza sugli Italiani nell' accesso agli alloggi popolari»
SASSARI - «Case popolari: prima i Sassaresi» questo il testo dello striscione affisso la notte scorsa in Via Grazia Deledda dai militanti della sezione cittadina di Casapound Italia, per protestare contro la decisione del sindaco Sanna di «chiudere il campo nomadi di Piandanna ed assegnare ai Rom case popolari o alloggi privati ad affitto garantito, scavalcando le graduatorie».
«Siamo all’assurdo - scrive in una nota CasaPound Italia - l’amministrazione comunale decide di premiare i Rom per il degrado dei beni pubblici a loro assegnati dandogli la precedenza sugli Italiani nell' accesso agli alloggi popolari. Lo stesso Comune, infatti , individua tra le ragioni della chiusura del campo sosta, la situazione ingovernabile, di degrado assoluto dovuta all’ accumulo di rifiuti e alla scarsa manutenzione dei prefabbricati da parte dei Rom residenti».
«E’ ormai anni - continua CasaPound - che denunciamo l’emergenza abitativa di circa 1200 cittadini Sassaresi chiedendo un piano urgente di edilizia popolare senza avere risposte concrete, ed oggi scopriamo che tutti i cittadini italiani aventi diritto rischiano di essere scavalcati in graduatoria sulla base di una emergenza igenico-sanitaria per la quale il comune era già intervenuto nel 2013 con una bonifica costata ventimila euro». «Riteniamo – conclude - che questo provvedimento chiaramente discriminante nei confronti dei cittadini Italiani. Chiediamo pertanto che il sindaco Sanna avvii immediatamente con la stessa enfasi un piano per l’emergenza abitativa riservato ai residenti da almeno venti anni in città».
Nella foto lo striscione di Casa Pound
Commenti