«Usciamo dalla Consulta delle costruzioni, ha fallito il suo compito», ha dichiarato. L´edilizia perde in provincia mille addetti all´anno, chiuse decine di aziende
SASSARI - Tra il 2009 e il 2013, nella provincia di Sassari si è dimezzato il numero degli addetti nell'edilizia e 5mila operai hanno perso il lavoro. Il dato è stato reso noto ieri mattina da Salvatore Frulio, rieletto dall'assemblea dei delegati segretario generale della “Fillea-Cgil” di Sassari al termine del quinto congresso territoriale della categoria. La tremenda crisi che ha travolto il settore è emerso dal congresso e rischia di essere sfruttata dal mondo imprenditoriale come pretesto per tentare di cancellare le tutele dei lavoratori previste dal Contratto collettivo nazionale.
Per questo, la Fillea-Cgil di Sassari ha annunciato che non parteciperà più ai lavori della Consulta degli stati generali delle costruzioni, costituita nel giugno 2011 tra le organizzazioni sindacali proprio con le associazioni datoriali e che a quanto emerso dal congresso ha fallito il suo compito. La stessa Associazione dei costruttori, ha ricordato il segretario della Fillea, nonostante le ripetute richieste, dal 2010 non ha ancora incontrato il Sindacato per il rinnovo del contratto di secondo livello per gli edili. Il tema è stato ripreso nel suo intervento dal segretario generale della “Camera del Lavoro” di Sassar, Antonio Rudas: «L'edilizia è uno di quei settori anticiclici su cui si deve puntare per uscire dalla crisi, una crisi che non è piovuta dall'alto ma indirizzata dalle classi che continuano a decidere per tutti, sulle spalle dei lavoratori e delle fasce più deboli della società. L'edilizia, proprio in virtù delle sue peculiarità, avrebbe dovuto essere uno dei settori su cui puntare per il rilancio dello sviluppo».
La crisi del comparto è evidente anche nei laterizi, il secondo settore per importanza dopo l'edilizia: hanno chiuso importanti aziende come “Laterizi Torres”, con la conseguente perdita dell'occupazione per centinaia di lavoratori. «La “Sarda Laterizi” ed il gruppo di imprese facenti capo alla famiglia Brozzu galleggiano grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali». In cronica difficoltà anche il lapideo ed il settore del legno: quest'ultimo, nonostante vantasse punte di eccellenza, non ha retto alle difficoltà e molti hanno dovuto fare ricorso a licenziamenti e cassa integrazione. Non decolla il settore della nautica, non sono stati realizzati gli investimenti promessi per la costruzione del nuovo gruppo della termocentrale di Fiumesanto, si è perso l'ennesimo stabilimento produttivo con la “Italcementi” di Scala di Giocca.
Al congresso della Fillea è stato quindi rilanciato un nuovo modello di sviluppo in edilizia, che non consiste nel costruire nuove case ma, al contrario, nel riqualificare il patrimonio edilizio già esistente, spesso carente e precario. «Serve un salto di qualità culturale – è stato detto – per trasformare la crisi in opportunità concreta e riportare il settore sul binario della legalità e della sostenibilità ambientale e sociale». Un nuovo modello produttivo delle costruzioni che, indirizzato dal governo attraverso risorse e regole certe, punti al rinnovamento e contrasti il lavoro nero, ancora dilagante, e chiuda definitivamente con la stagione dei condoni. I lavori del congresso sono stati conclusi dal segretario regionale Fillea Enrico Cordeddu.
Nella foto: Salvatore Frulio
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