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A.B.
3 settembre 2016
«Tutelare le carciofaie della valle dei Giunchi»
«Poca acqua nel bacino del Bidighinzu» è l´allarme lanciato dalla Coldiretti Sassari e Gallura

SASSARI - Le aziende agricole del comprensorio irriguo della valle dei Giunchi rischiano di vedere compromesse le proprie produzioni a causa della siccità e dell’aumento dei prelievi attuati sul bacino del Bidighinzu. «Bisogna tutelare tutte le aziende agricole e la famiglie che hanno investito sulla coltura del carciofo garantendo loro la possibilità di irrigare fino alla fine della stagione irrigua». Così, il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura Ermanno Mazzetti interviene sulla possibilità che, fin dalle prossime settimane, gli agricoltori del comprensorio irriguo della valle dei Giunchi possano ritrovarsi senza l’acqua necessaria per l’irrigazione dei campi.
Come denunciato dall’assessore all’Agricoltura del Comune di Ittiri, il problema dipende da due cause principali. Il primo nasce dallo stato di siccità che sta caratterizzando l’annata in corso. Il secondo riguarda l’aumento dei prelievi d’acqua attuati all’interno del bacino del Bidighinzu, le cui scorte iniziano a impoverirsi. Senza un intervento, queste concause potrebbe avere come risultato quello di compromettere la produzione del carciofo mandando in fumo gli investimenti fatti da una cinquantina di operatori ed i loro guadagni futuri.
«A causa della siccità persistente – dichiara il presidente della Coldiretti Sassari Battista Cualbu – le aziende agricole del comprensorio irriguo della valle dei Giunchi sono state costrette a rispettare un rigido calendario di turnazioni nell’irrigazione dei campi, basato su turni di quattro giorni e per sole dieci ore al giorno. Dopo tutti questi sforzi e questi disagi, è impensabile che gli stessi imprenditori non vengano messi nella condizione di portare a termine il ciclo di produzione del carciofo. Siamo arrivati al paradosso che nelle prossime settimane – conclude Cualbu – i cittadini avranno a disposizione l’acqua per lavare i piatti mentre gli agricoltori non avranno la possibilità di irrigare i campi».
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