Sala di San Francesco affollata per il primo confronto tra i sei candidati alla carica di sindaco di Alghero. Alguer.it così da i voti ai sei sfidanti. Tra delusioni e conferme ecco com'è andata. Le immagini finali in formato integrale del dibattito
ALGHERO - Due minuti a testa per dieci domande (l'ultima è stata sacrificata per un appello finale) su bilancio, viabilità, turismo e amministrazione. Con queste modalità si sono confrontati ieri sera (mercoledì) per la prima volta i sei candidati sindaco per Alghero in un affollatissima sala conferenze del Chiostro di San Francesco nell'incontro organizzato da
Iniziativa Futura. A porre le questioni e dare il tempo (con cronometro) a Mario Bruno, Graziano Porcu, Stefano Lubrano, Maria Grazia Salaris, Enrico Daga e Fiorella Tilloca, il presidente dell'associazione Francesco Sasso, ex giovane assessore e ora ritiratosi dalla vita amministrativa locale.
Alguer.it così da i voti ai sei sfidanti: Ci sono dei vincitori e vinti del dibattito all'americana (con ovvie differenze rispetto all'originale). Riuscire a formulare risposte in pochi minuti su tematiche complesse non è cosa semplice, ma il dono della sintesi come ricorda "il conduttore" Sasso è essenziale nella comunicazione politica, come nella politica stessa. Infatti dal botta e risposta risaltano con più efficacia gli interventi di
Bruno (
7,5 il più concreto anche se non scalda gli animi se si esclude il finale),
Daga (
7,5 con idee e progetti ambiziosi, forse troppo sognatore), e
Lubrano (
7, centra i problemi con pragmatismo e all'ultimo lancia il cuore oltre gli ostacoli): tutti e tre con un'esperienza amministrativa alle spalle (chi più chi meno) e che, con dati e proposte più concrete, mettono a fuoco i problemi e le possibili risoluzioni.
Poco "sul pezzo" il candidato dei grillini
Porcu (
6 scarso, spesso fuori tema, ma con margini di miglioramento) e per questo bacchettato spesso dalla platea ma sostenuto dai "supporter" del movimento, ma energico e politicamente "impertinente" - come Beppe Grillo insegna - nel sottolineare le incompiute di una classe politica che, anche ad Alghero, ha molto da farsi rimproverare. Un gradino più in basso per la
Salaris (
5,5 poco battagliera rispetto al passato) che pur vantando incarichi di primo piano, da consigliere provinciale ad assessore, raramente riesce ad emergere, facendo quasi rimpiangere la "cattiveria" politica dimostrata nel 2012. Buca l'appello finale quando legge per tre minuti abbondanti obiettivi e intenzioni accompagnate da un boato dal pubblico quando si annuncia come «il cambiamento». Non parla, a sorpresa, di vera continuità con l'esperienza delle giunte guidate da Marco Tedde e non rimarca i risultati ottenuti in quegli anni, senza peraltro incalzare i rivali sui fallimenti amministrativi dell'ultimo anno a guida centrosinistra.
Così come
Tilloca di Sel (
5, perchè poco coinvolgente a dispetto delle intenzioni) altra donna in gara, molto pulita e corretta nell'espressione di idee e teorie ma poco incisiva nelle soluzioni da attuare. Pochi guizzi in generale e uno spirito politically correct (a parte qualche caduta): spesso le risposte erano le stesse o molti simili tra alcuni dei candidati. Sul fallimento dell'appalto sull'igiene urbana, ad esempio, sono tutti d'accordo a cambiare sul bando e i controlli, ma la proposta più controcorrente è di Porcu che mira a ripetere «il caso di Tergu che prende i rifiuti anche da altre località, li ricompatta e li vende». Sul porto è condivisa tra Bruno, Lubrano e Salaris l'idea di una gestione pubblico-privata con Comune capofila ma è Daga a spingersi oltre, «verso un investitore privato che si attenga alle regole e possa offrire 150 posti di lavoro».
Anche sulla viabilità, i candidati mirano ad un piano del traffico per studiare flussi e zone, appoggiano la realizzazione della circonvallazione, con Tilloca che pensa anche all'emergenza di via Sassari e i collegamenti a lungo respiro con le borgate. Sulla crisi del commercio la volontà unanime è di adeguare il piano e creare eventi per rivitalizzare l'economia cittadina, la Salaris lancia anche delle premialità agli esercenti che tengono aperto tutto l'anno e Porcu una campagna pubblicitaria virale che promuova Alghero «perchè non la conosce nessuno». Sullo sviluppo turistico il rilancio è la parola d'ordine per tutti, ma con modalità differenti. Ad esempio la costruzione di nuovi alberghi non necessaria nell'immediato per Bruno (ma gli scade il tempo su Maria Pia) e per Porcu; parlano invece di edificazione a Maria Pia Salaris e Daga; con quest'ultimo che «sogna» strutture ricettive 365 giorni all'anno ma con la riorganizzazione completa degli impianti sportivi.
Sulla dismissione del patrimonio immobiliare, Lubrano, Porcu e Tilloca rimandano la decisione ai cittadini (gli ultimi due lo fanno sempre), Salaris vuole un concorso di idee con il Dipartimento di Architettura, Daga dà precisi indirizzi (dal Cavall Marì centro di artigianato al femminile all'Area Saica con parcheggio interrato e piazza libera), Bruno ne divide una parte per l'associazionismo e un'altra in vendita per ricavarne entrate. Sulle politiche abitative Bruno snocciola dati reali, parla di progetti di social-housing e incolpa le amministrazioni del passato «che hanno privilegiato pochi costruttori saturando le zone B»; Porcu promette il Puc in 8 mesi; Lubrano in un anno e mezzo; Daga non lo vuole e pensa ad un piano straordinario di edilizia sociale e va avanti a colpi di varianti; Tilloca non ci rinuncia come «disegno di una città in prospettiva»; Salaris dice di riattivare i progetti di tre anni fa' (quando era caduta l'amministrazione di centro-destra) ma non precisa quali.
Sul bilancio, per tutti gli aspiranti attenzione «agli ultimi», spending review e aumento delle entrate (tra le altre con la Bucalossi per Lubrano; ma se Daga garantisce un ufficio programmazione a Bruxelles con la sua elezione, per gli altri è sufficiente averne uno in Comune. Ancora tre minuti per l'appello finale, uno su tutti è quello di Mario Bruno che fa in tempo a chiedere un voto, rimproverare la candidata del centrodestra per gli «attacchi personali» e le «menzogne» per l'avviso di garanzia (arriveranno perfino le scuse della stessa Salaris) e qualche frecciata al suo ex partito che gli ha preferito Daga.
immagini per gentile concessione di Catalan Tv
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