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A.B.
14 novembre 2015
«Cavalcare lo scandalo non è utile ai consumatori»
Dopo le notizie relative allo scandalo legato all´olio extravergine d´oliva, il presidente dell´Unione Nazionale Consumatori Sardegna Romano Satolli sottolinea come il problema sia in realtà rappresentato dal metodo utilizzato per la classificazione

CAGLIARI - Nonostante l’enfatizzazione da parte dell'opinione pubblica sullo scandalo dell’olio extra vergine di oliva ritenuto semplicemente un Olio Vergine di Oliva e, quindi, senza il “vergine”, secondo Romano Satolli, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Sardegna, «il problema è rappresentato dal metodo utilizzato per classificare l'olio d’oliva». Infatti, sembra che le segnalazioni (o denunce) siano basate su dei controlli “sensoriali” compiuti da esperti assaggiatori (come da Regolamento Cee n.2568/91 del 11 luglio 1991).
«Dalle informazioni disponibili diffuse dal procuratore di Torino, siamo piuttosto perplessi sulla non uniformità dei risultati. La sede nazionale ha già preso delle iniziative che si trovano sul nostro sito. Visto che di problemi sanitari non ce ne sono - continua Satolli - prima di immergersi nella più totale caciara, alla quale si sono accodate le solite associazioni di consumatori sempre desiderose di apparire, pensiamo sia meglio aspettare qualche giorno e trarre poi delle conclusioni».
La questione è stata spalmata su diverse Procure e sono in programma le controanalisi. Poi, le aziende presenteranno i risultati dei loro controlli, cui seguiranno i processi. «Insomma, crediamo che ci vorrà parecchio tempo per capire cosa è realmente successo e non ci meravigliamo se tutto finisse in una bolla di sapone, con l’unico risultato di danneggiare l’immagine di tutto il comparto, dove i consumatori non sanno più distinguere il grano dall’olio e, soprattutto, danneggia l’immagine del nostro prodotto per eccellenza davanti a tutto il mondo. Siamo convinti - conclude il presidente dell'Unc Sardegna - che cavalcare l'onda dello scandalo non sia utile per i consumatori. Ricordiamoci sempre la favola del “al lupo, al lupo”».
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