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A.B.
19 settembre 2015
Igiaba Scego a piede Lìberos nel Meilogu
Domani, alle ore 18, all´interno del Festival Éntula, l´autrice sarà intervistata da Lucia Cossu nel Chiostro del polo culturale Peppe Sozu, a Bonorva

BONORVA - Nell'ambito del progetto di promozione della lettura “Scrittori a piede Lìberos nel Meilogu”, nato dalla collaborazione tra “Lìberos” e l’Unione dei Comuni del Meilogu, domani, domenica 20 settembre, il festival letterario diffuso “Éntula” farà tappa a Bonorva, per la presentazione del nuovo romanzo della giornalista e scrittrice Igiaba Scego, “Adua” (edito da “Giunti”). Scego chiuderà il suo ciclo di presentazioni all’interno del Festival Éntula a Bonorva, nel Chiostro del polo culturale Peppe Sozu, a partire dalle ore 18. L’autrice sarà intervistata da Lucia Cossu. L’evento è organizzato dal Comune di Bonorva e dall’Unione dei Comuni del Meilogu, in collaborazione con la “Libreria Koinè” di Sassari.
«Ti ho dato il nome della prima vittoria africana contro l’imperialismo. Io, tuo padre, stavo dalla parte giusta. E non devi mai credere il contrario. Dentro il tuo nome c’è una battaglia, la mia…». Adua è oggi una donna matura e vive a Roma da quando ha diciasette anni. È una “Vecchia Lira”, così i nuovi immigrati chiamano le donne giunte in Italia durante la diaspora somala degli Anni Settanta. Ha da poco sposato un giovane richiedente asilo sbarcato a Lampedusa ed ha con lui un rapporto ambiguo, complicato. Non a caso, lo chiama sempre “Titanic”, lo fa per rimarcare una differenza e forse per ferirlo un po’. Adua è confusa e ad un bivio della sua vita. Medita di tornare in Somalia, paese che non ha più rivisto dallo scoppio della guerra civile. Ormai è sola a Roma, la sua amica Lul è già rientrata in patria. Per questo, confida i suoi tormenti alla statua dell’elefantino del Bernini che regge l’obelisco in Piazza Santa Maria sopra Minerva. Piano piano, racconta a questo amico di marmo la sua storia: figlia di Zoppe, ultimo discendente di una famiglia di indovini, il padre lavorava come interprete durante il regime fascista. Negli Anni Trenta, Zoppe baratterà involontariamente la sua libertà con la libertà del suo popolo. Adua, fuggita dai rigori paterni e dalla dittatura comunista, approda a Roma inseguendo il miraggio del cinema. Purtroppo, l’unico film da lei interpretato, un porno soft dal titolo “Femina Somala”, sarà fonte solo di umiliazione e vergogna. E solo adesso che il suo Titanic sta per partire, Adua si rende conto di essere pronta a riprendere in mano la sua vita. Romanzo a due voci, quella di un padre e di una figlia, Adua indaga il loro rapporto impossibile e lo fa seguendo tutte le loro luci e le loro ombre. Ma alla fine, Adua è soprattutto il racconto di un sogno, quello della libertà, che ha consumato in modo diverso ed in tempi diversi le vite di entrambi.
Igiaba Scego è nata a Roma nel 1974. Collabora con “Internazionale”, “Lo straniero” e “la Repubblica”. Tra i suoi libri: “Pecore nere”, scritto insieme a Gabriella Kuruvilla, Laila Wadia e Ingy Mubiayi (“Laterza”, 2005); “Oltre Babilonia” (“Donzelli”, 2008); “La mia casa è dove sono” (“Rizzoli” 2010, “Premio Mondello 2011”), “Roma negata” (con Rino Bianchi, “Ediesse”, 2014). Esperta di transculturalità, adora gli elefanti, i gatti, il parmigiano, la cedrata e Caetano Veloso. Il Festival Éntula è organizzato dall'associazione culturale Lìberos con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport ed Assessorato Regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, in partnership con “Banca di Sassari” e “Sardex.net”.
Nella foto: Igiaba Scego
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