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A.B. 18 aprile 2015
Siddùra: la rivoluzione tecnologica della viticoltura
La cantina di Luogosanto sperimenta in Sardegna l’innovativo progetto Le piante che parlano. Tra le novità, ci sono le etichette della nuova annata, che verranno presentate ufficialmente al Porto Cervo Wine festival 2015, esclusiva vetrina dedicata ai migliori vini del territorio


LUOGOSANTO - Arriva in Sardegna un sistema all’avanguardia, proveniente da Israele, che promette di rivoluzionare la storia della viticoltura nell’Isola. Il progetto, denominato “Le piante che parlano”, sviluppato dalla cantina “Siddùra” di Luogosanto, consentirà alla pianta di “lanciare l’allarme” quando le proprie riserve idriche stanno per esaurirsi. In pratica, la vite verrà monitorata continuamente da un sistema tecnologico. Attraverso l’inserimento di alcuni sensori nella stessa pianta e nel suolo, verrà inviato un segnale ad un processore che lo elaborerà creando un tracciato che l’agronomo potrà tenere sotto costante controllo attraverso il pc o lo smartphone. In caso di carenza di acqua dovuta all’eccessiva secchezza del terreno o alla scarsa piovosità, lo specialista sarà in grado di intervenire immediatamente attraverso l’utilizzo di acqua irrigua.

Piante che parlano rappresenta un’innovazione di fondamentale importanza per la Sardegna. Infatti, con la comunicazione diretta tra pianta ed agronomo si potrà contrastare efficacemente la secchezza dei terreni dovuta al costante aumento della temperatura ed aggravato da scarsa piovosità. «Nel nostro clima, la valutazione della necessità o meno di irrigare il vigneto è cruciale e al pari complesso”, spiega Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra. Il progetto è stato ideato dalla società israeliana “Netafim”, leader mondiale nel settore dell’irrigazione. L'amministratore delegato di Siddùra Massimo Ruggero sottolinea: “La possibilità di sopperire con alle carenze meteo comporta investimenti importanti, ma l’azienda Siddurà mira a questo: far stare la pianta bene per produrre uva di qualità». E la qualità deriva dall’intero processo di produzione del vino.

Risultati confermati anche di recente al premio internazionale “Mundus Vini 2015”, che ha visto attribuire la medaglia d’argento al vermentino “Spèra 2013”. Il riconoscimento risponde alla sfida lanciata da Siddùra: dimostrare che un anno di invecchiamento esalta le qualità del vermentino. Una teoria che trova conferma nel premio Mundus Vini, ma anche nelle parole di Giuseppe Carrus, referente in Sardegna del “Gambero Rosso”: «Chi l’ha detto che il vermentino di Gallura non sa invecchiare? I recenti sondaggi dimostrano che il meglio di questo vino inizia a emergere l’anno successivo al suo imbottigliamento. È il caso di Spera 2013». Tra le novità in casa Siddùra ci sono le etichette della nuova annata, che verranno presentate ufficialmente al “Porto Cervo Wine festival 2015”, esclusiva vetrina dedicata ai migliori vini del territorio.

Nella foto: Giuseppe Carrus e Massimo Ruggero
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