«Ppr per le zone interbe per il governo e lo sviluppo del territorio», auspica l´assessore regionale delll´Urbanistica ed Enti Locali
THIESI - «La teoria senza la pratica è un vano esercizio intellettuale, ma la pratica senza la teoria rischia di portare a un vicolo cieco e alla rovina e al consumo del territorio. Non si possono fare scelte calate dall’alto in materia di paesaggio, servono decisioni prese con consapevolezza dopo attenta discussione, condivisione e concertazione tra le parti politiche e i territori. Allo stesso tempo non è più rinviabile la creazione e l’applicazione di nuovi strumenti in materia urbanistica per la tutela e il governo del territorio». A dirlo, sabato pomeriggio a Thiesi è stato l’assessore regionale dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu, durante l’incontro dedicato a “Monte Pelau, una risorsa paesaggistica per il territorio”, durante il quale si è parlato dell’importanza dello sviluppo delle zone interne della Sardegna e della valorizzazione del paesaggio agrario, e del suo valore economico.
«L’assetto normativo attuale non è adeguato per puntare allo sviluppo e alla regolamentazione delle zone interne dell’Isola – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru - dobbiamo trovare una dimensione organizzativa che sia a misura della nostra realtà e non importare modelli che non ci rappresentano: solo così faremo il bene della Sardegna. Dobbiamo liberarci dei processi pianificatori troppo frammentari e molecolari, serve una pianificazione territoriale sovracomunale». Da qui l’esigenza, più volte ribadita dall’assessore Erriu, di un aggiornamento ed adeguamento del Ppr per gli ambiti costieri e soprattutto di una nuova stagione di pianificazione per il governo delle zone interne dell’Isola «una nuova legge urbanistica che sia coerente con il Ppr, ma anche con il codice Urbani e la Carta di Firenze e che guardi al futuro cercando di non cadere nella trappola per la quale la conservazione intelligente del territorio non possa coniugarsi allo sviluppo sostenibile: miriamo invece a realizzare condizioni, anche economiche, ottimali di valorizzazione delle zone interne».
Il superamento della visione localistica sarà possibile attraverso la riforma degli Enti locali e le forme di associazioni territoriali, le Unioni dei Comuni. «Le Unioni di Comuni, legate alle regioni storiche sarde, servono al superamento della visione comunale e si orientano con uno sguardo più ampio all’organizzazione del territorio, non solo in tema di risparmio economico, ma anche in termini di sviluppo. In Sardegna vengono trasferite dalla Regione ai Comuni moltissimi fondi: questo dimostra che le autonomie locali non sono lasciate da sole. La Regione trasferisce 700euro pro capite: la cifra più alta a livello nazionale. In Sicilia siamo sui 450euro ed in Emilia Romagna 70euro, un decimo rispetto alla Sardegna. Queste risorse vanno usate per migliorare i costi e l’efficacia dei servizi resi ai cittadini: tra questi anche quelli legati al governo del paesaggio, tema che sempre più tende ad aggregare e sul quale è necessaria anche da parte della Regione una presa di posizione nella direzione di una semplificazione e sburocratizzazione dei processi».
Nella foto: l'assessore regionale Cristiano Erriu
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