Per la Coldiretti Sardegna, positivo il primo passo della Commissione Attività produttive della Regione Autonoma della Sardegna
CAGLIARI – “Coldiretti Sardegna” esprime grande soddisfazione per il provvedimento unanime adottato dalla Commissione attività produttive della Regione Autonoma della Sardegna sulla proposta di legge relativa all’utilizzo di un marchio identitario per i prodotti sardi. Il progetto di legge parte dalla valutazione della proposta presentata da Coldiretti con il “Comitato Identità e Futuro” nel dicembre 2011, che viene a fondersi con altre quattro proposte di legge presentate da diversi consiglieri regionali. Alla base del marchio identitario, ci sarebbe la dicitura “prodotto in Sardegna”, al quale vengono associati solo i prodotti in Sardegna con materie prime sarde e quindi con indicazione di origine. Inoltre, la norma consente di identificare i prodotti trasformati in Sardegna con materie prime diverse dalle sarde, obbligando all’indicazione di origine.
«Questo provvedimento per la Sardegna e per Coldiretti rappresenta il lavoro di dieci lunghi anni di battaglie che la nostra organizzazione ha fatto per riconoscere i prodotti sardi e per consentire al consumatore di poter scegliere in trasparenza tra un prodotto sardo al 100percento e un prodotto solo trasformato in Sardegna», afferma il presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, che prosegue: «Siamo pronti a collaborare affinché le filiere produttive della trasformazione, dove si lamenta l’assenza di materie prime, possano trovare prodotto per una programmazione produttiva comune che permetta la crescita di tutto il settore agroalimentare sardo. Particolare attenzione da oggi va data alla costruzione e realizzazione dei disciplinari di produzione».
«Esprimiamo soddisfazione anche per i provvedimenti legati alla tutela della Biodiversità e al tentativo di costruire una norma che disciplini la nascita dei distretti rurali e agroalimentari di qualità” afferma il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba - Tali provvedimenti rappresentano oltre che uno strumento per la tutela del “made in Sardinia” con essenze sarde un primo tassello anche per contrastare lo spopolamento e l’abbandono del territorio», conclude.
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