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Michele Cocchiarella 17 giugno 2013
Chimica verde, i favorevoli
Una rappresentanza dei lavoratori del petrolchimico di Porto Torres e dal presidente di Legambiente Sassari, Massimo Fresu, che questa mattina hanno incontrato la commissione ambiente del Comune di Sassari


SASSARI - La chimica verde rappresenta una nuova opportunità di sviluppo per il territorio: è la posizione sostenuta da una rappresentanza dei lavoratori del petrolchimico di Porto Torres e dal presidente di Legambiente Sassari, Massimo Fresu, che questa mattina (lunedì) hanno incontrato la commissione ambiente del Comune di Sassari per discutere del progetto di riconversione del polo industriale di Porto Torres. «Il progetto della chimica verde è innovativo perché verranno utilizzate materie prime che non sono le sostanze fossili a cui eravamo abituati» ha esordito Fresu. «Prevede anche un'integrazione con la filiera agricola e un'economia che abbraccia tutto il territorio, non solo la zona circostante» ha continuato il presidente spiegando che i materiali prodotti saranno, oltre alle "bioplastiche", gli additivi per gomme e oli lubrificanti che «a differenza dei prodotti attuali che disperdono nell'ambiente sostanze dannose non degradabili, questi avranno la capacità di essere biodegradati con maggiore facilità».

Nel documento di Legambiente, presentato nella commissione presieduta da Giampaolo Manunta, viene evidenziato come nel quadro progettuale di Matrìca sia previsto l'impiego di processi produttivi di energia ricavata prevalentemente da fonte rinnovabile, inoltre le tecnologie produttive risulterebbero meno pericolose sotto il profilo delle emissioni di incidenza locale; dal punto di vista economico, la realizzazione dell'industria porterebbe nel territorio la nascita di una filiera produttiva integrata con quella agricola. Nelle intenzioni, si legge ancora, la materia prima dovrebbe essere prodotta localmente, di conseguenza ci sarebbe una filiera produttiva corta, a basso impatto ambientale. «Sarà garantito il reimpiego del personale delle aziende che devono essere dismesse e c'è la possibilità di un indotto per il territorio» ha continuato Fresu che ha definito ottimale la coltivazione del cardo per la produzione di biomassa perché non entra in contraddizione con le altre colture destinate all'alimentazione.

«Lo spazio di terreno richiesto per la coltivazione del cardo è di trentamila ettari, il due per cento dell'intera superficie coltivata della Sardegna. Una proporzione più che tollerabile». Per quanto riguarda la costruzione di una centrale a biomasse «riteniamo si debbano verificare le effettive necessità industriali, quindi la reale potenza necessaria. Per il prodotto da usare come combustibile deve essere autorizzato il residuo delle materie prime usate da Matrìca». Sulle bonifiche la posizione è chiara: «Ci sono 79 siti Sin da bonificare, tra cui l'area di Porto Torres. Solo uno di questi è stato bonificato. Riteniamo che siano i governi ad avere queste responsabilità. Gli enti locali e la Regione dovranno fare forti pressioni nei confronti del ministero dell'Ambiente per fare attivare questi processi. Il discorso delle bonifiche è imprenscindibile e da non confondere con Matrica. L'Eni lo deve fare e gli organi preposti devono ottenere il massimo del controllo su queste operazioni. I dati devono essere certi, pubblicati e resi visibili dai cittadini».

Per quanto concerne i dati relativi alla situazione sanitaria del territorio, Fresu ha precisato la necessità di considerare veritiero il lavoro svolto dal registro sui tumori della provincia di Sassari. Favorevoli al progetto di chimica verde anche il gruppo di lavoratori del comparto industriale interessato che in un lungo documento letto in aula da un loro rappresentante, Marco Dettori, hanno spiegato anche con dati specifici come diversi aspetti del progetto siano chiari e consultabili. Tra gli altri aspetti discussi nel documento anche le bonifiche sulle quali hanno detto di avere chiesto più volte garanzie: «E' un tema di indubbio valore e per questo continueremo a vigilare affinché vengano fatte e portate a termine. E' anche doveroso fare chiarezza sul fatto che l'Eni ha da tempo inoltrato agli organi competenti le richieste per far si che vengano autorizzate le bonifiche ma ancora gli iter autorizzativi per i progetti di bonifica sono fermi al Ministero dell'Ambiente in attesa di autorizzazione». All'incontro è intervenuto anche il consigliere Gianpaolo Mameli che ha chiesto alla commissione di fissare un incontro con il responsabile del registro tumori di Sassari in modo da avere un quadro più definito dell'incidenza di tumori e malattie nel territorio.

Nella foto: i lavori di questa mattina in commissione ambiente
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