Il circolo “Pasolini” del Pd ha promosso un incontro per ascoltare le proposte dei democratici sul diritto allo studio e sulle opportunità che si vogliono creare per i giovani. E´ intervenuto l´ex presidente della Regione
SASSARI - Circa 200 persone hanno affollato l’aula “Spagna” della Facoltà di Giurisprudenza a Sassari, richiamate dal circolo “Pasolini” del Pd per ascoltare le proposte dei democratici sul diritto allo studio e sulle opportunità che si vogliono creare per i giovani. E' intervenuto anche l'ex presidente della Regione, Renato Soru, che ha invitato il Pd e le nuove generazioni a guardare avanti: «non dobbiamo cadere nell’errore di rievocare il passato, pensiamo all’oggi e soprattutto al domani dei nostri giovani». «Di fronte abbiamo dei bivi - ha detto ai presenti - e dobbiamo decidere che strada prendere, perché non siamo tutti uguali e non tutte le proposte politiche sono uguali. Da una parte c’è Berlusconi, sempre lui, che ci descrive come persone tristi, forse perché pensiamo che non sia tutto facile e ai nostri figli spieghiamo che per ottenere risultati servono sacrifici (il riferimento è alle parole che il cavaliere ha pronunciato a Palermo). Lo conosciamo».
Ma non è solo al Cavaliere che si rivolge il patron Tiscali: «poi c’è Monti che ha restituito rispettabilità al nostro Paese, che è una persona seria, alla quale sono anche molto legato in quanto è stato mio docente. Ma per capire la proposta politica di Monti bisogna andare a pagina due del manuale e scopriamo che è una gigantesca foglia di fico che nasconde i volti di Fini e di Casini che in Sardegna candidano persone come Giorgio Oppi e Giorgio La Spisa, oppure Ignazio Artizzu. I famosi “moderati” sono gli stessi che con le bandiere sono venuti sotto casa di chi ha avuto la responsabilità di governare la Regione a tirare le bombe molotov. Nell’unico momento in cui la Sardegna poteva dire all’Italia: “noi ce l’abbiamo fatta e una volta tanto siamo noi che diamo una mano al Paese e non viceversa”». A Grillo, invece, Soru ha riservato parole in agrodolce. Guai a demonizzarlo. «Io ho ascoltato ciò che dice. Che dobbiamo tutelare le nostre coste. Che basta con gli esperimenti militari, Che dobbiamo contrastare le servitù militari. Che dobbiamo investire sulla conoscenza. Che dobbiamo puntare alle nuove tecnologie. Che dobbiamo ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione aprendola e rendendola più trasparente. E scusate, noi cosa abbiamo fatto al governo di questa regione? Non abbiamo fatto forse queste cose?».
«Noi siamo altrettanto credibili. Anzi di più. Perché noi a differenza di Grillo non diciamo che la politica è sporca, anzi diciamo che la politica è nobile. E siamo qui oggi e sempre a testimoniarlo col nostro impegno. Grillo invece la vuole spazzare via con uno Tzunami, ma noi non possiamo permetterglielo perché dietro di noi c’è una storia, dei percorsi fatti di impegno e sacrifici e militanza tra la gente. Ma soprattutto ci sono dei valori perché non siamo tutti uguali. Ho sentito che alcuni citavano Berlinguer. Bene, io dico che Berlinguer e Casa Pound insieme non possono stare (applausi)». «Io dico che la politica dev’essere educante. Deve parlare alla testa delle persone perché i problemi che abbiamo davanti sono enormi e servono persone preparate per affrontarli e risolverli, noi abbiamo sentito parlare solo Grillo, ma dei candidati no sappiamo niente. Non li conosciamo. Non sappiamo chi sono. Non ne conosciamo i percorsi e le storie umane e politiche. Quando parlo a mio figlio non uso le parolacce, perché voglio educarlo, voglio che sia meglio di me, non peggiore. In questo siamo diversi» ha concluso.
Nel corso del dibattito si è parlato molto di diritto allo studio e non sono mancate le testimonianze di studenti e ricercatori. Gran parte della discussione si è incentrata sul tema del campus universitario che l’Ersu vuole costruire in periferia. Parole di contrarietà si sono levate dagli interventi che hanno ribadito che Sassari non può permettersi di non ragionare su una simile decisione. «Non ci si può distrarre - ha tuonato il consigliere comunale Simone Campus, segretario del circolo Pasolini promotore dell’iniziativa – l’Ersu sta giocando una partita in perfetta autonomia senza coinvolgere l’Università e il Comune. Dobbiamo essere contrari perché l’idea stessa di campus è estranea alla tradizione delle università europee e non risponde alle esigenze della Città, ma a quella della mera speculazione. Investire sulla Città significherebbe spalmare le risorse in piccoli interventi nel centro storico, per esempio con ricadute evidenti. Secondo perché le soluzioni indicate sono state individuate fuori dalle mura della città, terzo perché i costi di gestione, visti gli attuali chiari di luna, sarebbero ingestibili per le casse della Regione e dell’Ersu che si è dovuto recentemente indebitare con le banche per poter continuare a pagare gli stipendi ed erogare alcuni servizi essenziali». Altri interventi hanno ribadito questi concetti, meglio articolandoli, uno tra tutti quello del professor Mattone, già presidente dell’Ersu, che ha rivendicato il fatto di aver contribuito al riqualificazione del centro storico rilanciando l’economia locale e quella mixitè sociale, generazionale e razziale che caratterizza il centro più antico della città.
Nella foto: Campus, Mattone e Soru
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