Giovedì sera l’associazione Dea Madre inaugura la sezione documentari “Visioni di Poubelle” e la mostra di video installazioni di Francesca Patania visitabile sino al 6 gennaio
ALGHERO - Govedì sera, alle ore 19, l’associazione Dea Madre inaugura la sezione documentari “Visioni di Poubelle” con la proiezione di “Latta e cafè” di Antonello Matarazzo, documentario prodotto dai fratelli De Laurentis e presentato al Festival del cinema di Roma nella sezione “Extra”. Latta e cafè nasce dall’attrazione fatale di un artista (Antonello Matarazzo), per un altro artista (Riccardo Dalisi), un personaggio di spicco nel panorama internazionale dell’arte contemporanea. Artigiano, designer e architetto napoletano, ha saputo coniugare il lavoro su scala industriale con quello su piccoli numeri, nel 1981 vinse il prestigioso Compasso d’Oro per il design della caffettiera napoletana Alessi.
Ma a lui va innanzitutto il merito, storicamente riconosciuto, di avere inventato l’arte povera prima ancora che questa diventasse una corrente ufficiale. E’ stato il primo ad assemblare insieme materiali di riciclo, come latta, carta, ceramica, vetro, legno e stoffa trasformandoli, con pazienza artigianale, in vere e proprie opere d’arte. Il sipario si apre su Napoli e il lavoro di un artista nel suo studio-laboratorio con le sue opere sospese. Alla base l’idea che ogni progetto debba essere concepito e realizzato in maniera eco-compatibile, nel pieno rispetto dell’ambiente e sfruttando fuori dalle righe ai tempi d’oggi, ma dentro quelle del passato e del futuro.
L’ esposizione Poubelle.zero.nove si arricchisce anche di un nuovo elemento, rendendolo un evento davvero imperdibile. La mostra, visitabile gratuitamente fino al 6 gennaio 2010, ospiterà infatti da domani le video installazioni “Campo Magnetico” e “Autopoyesis Act.” di Francesca Patania Alessandro Lumare e Lino Strangis, visibili dalle ore 17.00. Campo Magnetico è una costume/installazione realizzata da Francesca Patania nel quale le camere d’aria, riciclate e assemblate con tecniche sartoriali, riacquistano il loro moto rotatorio e si trasformano in linee di forza di un ipotetico corpo/campo magnetico che roteando su due direzioni differenti, attrae e diffonde la molecolarità della relazione corpo/ambiente.
Il secondo lavoro video che viene presentato ad Alghero ha come protagonista un altro costume realizzato da Francesca Patania nel laboratorio artistico dell’Occhio del Riciclone impiegando unicamente cinture di sicurezza recuperate negli “sfasciacarrozze” e ruota intorno al concetto di “autopoiesis” (dal greco “auto”=sé “poiesis”=creazione)” che indica la caratteristica fondamentale dei sistemi viventi di “possedere una struttura organizzata capace di mantenere e rigenerare nel tempo la propria unità e la propria autonomia rispetto alle continue variazioni dell’ambiente circostante". I movimenti coreografici sono stati studiati ad hoc da Alessandro Lumare e Simona Lobefaro (performer e coreografa di Maddai) e successivamente rivisitati insieme a Strangis.
Nella foto: Campo Magnetico di Francesca Patania
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