Il pescatore algherese precisa che il materiale è stato rinvenuto nella cella frigorifera del congelato adibita ad uso interno
ALGHERO - Giovanni Del Rio non ci sta. Il responsabile del Consorzio Imprese di Pesca Sant Elmo, in riferimento al
sequestro di 54 Kg di aragoste da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alghero, precisa che il materiale è stato rinvenuto nella cella frigorifera del congelato adibita ad uso interno per il mantenimento delle esche e del pescato per il consumo personale dei consorziati e dei loro familiari.
«I crostacei erano stati pescati e congelati nel 2007 nel periodo entro cui la legge regionale consentiva il prelievo di taglie superiori ai 24 cm lunghezza totale e tutti gli esemplari rinvenuti rispettano al minimo dette misure. Quanto asserito è testimoniato da documenti fiscali in nostro possesso», precisa. «Nel luglio 2007 quando è entrata in vigore la nuova normativa che innalzava il limite da 24 cm Lunghezza totale a 9 cm Lunghezza carapace, il pescato invenduto e precedentemente congelato per evitarne il deperimento è rimasto nella cella frigorifera per il consumo personale essendone vitata da quel momento la vendita». Ci viene contestato che detto materiale doveva essere smaltito in discarica quale rifiuto speciale - sottolinea ancora il pescatore - non compensando in alcun modo il duro lavoro svolto per pescarlo, ma caricandoci di ulteriori costi per ottemperare a dette disposizioni. «Mi chiedo e vi chiedo:” è giusta una legge che cancella settimane di fatica senza compensare in alcun modo il lavoro svolto dai pescatori». Ho ritenuto mio e nostro diritto naturale, non potendo trarre profitto dal lavoro effettuato, per lo meno trarne sostentamento alimentare, conclude Del Rio. «Al momento mi ritrovo un procedimento penale, ma in coscienza non ritengo di aver commesso crimine alcuno».
Nella foto Giovanni Del Rio
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