ORISTANO – Si parla con sempre maggior insistenza della possibilità che venga scelta Oristano per ospitare la sede unica dell'Areus, l'azienda regionale che gestisce in esclusiva il servizio di emergenze-urgenze in Sardegna. La scelta è soprattutto logistica, visto che il territorio oristanese è al centro dell'Isola, punto ideale, per esempio, per stabilizzare anche il servizio di elisoccorso del 118. Ma non è l'unica situazione che metterebbe Oristano al centro del discorso. Infatti, secondo il capogruppo dei Riformatori Sardi–Liberaldemocratici in Consiglio Regionale Attilio Dedoni, Oristano si potrebbe candidare anche come sede regionale del servizio antincendio.

«Parrebbe che nel centrosinistra ci si stia finalmente cominciando a rendere conto di quanto la sua posizione centrale faccia di Oristano la sede ideale per quei servizi dell’Amministrazione Regionale che richiedono spostamenti rapidi su tutto il territorio isolano», dichiara Dedoni. «L’Areus non sarebbe che un inizio, cui dovrebbe seguire il trasferimento nella Sardegna centro-occidentale della sede regionale del servizio antincendio. Se, infatti, la Giunta ritiene Oristano la sede ideale per l’emergenza-urgenza in campo sanitario, poiché in grado di consentire ai mezzi dell’elisoccorso di coprire l’intera Isola con tempi di intervento omogenei, non c’è alcun motivo per cui il medesimo ragionamento non debba valere anche per i Canadair e gli altri mezzi aerei dell’antincendio. La loro collocazione a Olbia, infatti, come andiamo dicendo da tempo, è funzionale solo a un impiego che dia priorità alle esigenze dell’Italia centrale rispetto a quelle della Sardegna, il cui territorio potrebbe invece essere coperto in tempi più rapidi e con un’organizzazione più razionale degli spostamenti partendo dal centro dell’Isola».

«L’individuazione di Oristano come sede delle attività legate alle emergenze potrebbe essere inoltre un’ottima occasione per rilanciare l’aeroporto di Fenosu e salvaguardare così gli ingenti investimenti di denaro pubblico che rischiano di andare in fumo con la sua chiusura – sottolinea il capogruppo dei Riformatori Sardi–Liberaldemocratici - Tutto ciò avrebbe innegabili ricadute positive per uno sviluppo diffuso del territorio che veda coinvolte anche le zone interne dell’Isola e non soltanto i grandi centri costieri, come avviene oggi. Con il completamento dei collegamenti viari e un miglioramento concreto di quelli ferroviari (non certo con i treni finto-veloci su cui la Regione sta sprecando tempo e soldi), Oristano si candida per un ruolo di collegamento tra le diverse parti della Sardegna, a vantaggio di tutte quelle zone che oggi si ritrovano, loro malgrado, relegate in una posizione periferica».