«L’Amministrazione, pertanto, ha avviato un positivo dialogo con il Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna, chiedendo che il territorio comunale sia inserito nei programmi di estensione della rete irrigua per favorire i processi di crescita imprenditoriale e professionale»
TULA - «Il Comune, nell’ambito del Piano di Sviluppo Economico recentemente approvato dalla Giunta, ha individuato nel proprio territorio ulteriori zone suscettibili di irrigazione. L’area considerata, che ha un’ampiezza di circa mille ettari, si espande in parte a sud del centro abitato, comprendendo le località di Mela Rega, Badde Simone, Buppitos, Sa Pischina, Su Campu, Sos Trainos Mannos, Pibinida e Sa Coveccada, e in parte a est, giungendo fino alla regione di Sos Lizos e risalendo verso nord lungo la strada provinciale Tula-Erula nei siti di Luzzanas, Cannalza e Cherchiles sino alla zona alluvionale di Fustialvos.» Cosi l'assessore alla Comunicazione Violante Rosso. «L’Amministrazione, pertanto, ha avviato un positivo dialogo con il Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna, chiedendo che il territorio comunale sia inserito nei programmi di estensione della rete irrigua per favorire i processi di crescita imprenditoriale e professionale da parte di chi, nonostante le difficoltà, continua a lavorare la terra».
«Tula è un paese rurale, molto attivo nel primario e nel terziario, e fonda la propria economia principalmente sull’agricoltura e sull’allevamento. Nel corso del 2015, con la fine della gestione commissariale dei Consorzi di Bonifica, si sono create le condizioni per un’interlocuzione efficace con i nuovi vertici del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna e quindi si è potuto prontamente onorare l’impegno assunto verso il mondo agricolo: porre la necessità di creare infrastrutture in aree non ancora servite dalla rete irrigua» spiega il Sindaco Andrea Becca».
«Le zone in questione, non a caso, se dotate di adeguati impianti, vedrebbero aumentare la redditività dei terreni e delle aziende con la possibilità di sostenere anche coltivazioni di pregio, quali quelle della vite, che seppure presenti devono attualmente pagare un gap significativo rispetto ai vigneti esistenti altrove» aggiunge il Primo Cittadino. Lo studio effettuato, poi, ha evidenziato che le dimensioni delle imprese agricole operanti nell’area esaminata sono notevoli. Il 42 per cento di esse interessa infatti fino a 10 ettari, il 30 per cento occupa una superficie compresa tra i 10 e i 20 ettari, il 22 per cento ha un’estensione che va dai 20 ai 50 ettari e il 6 per cento supera addirittura i 50 ettari».
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