L´ultimo consiglio comunale ha messo nuovamente a nudo le frizioni interne alla maggioranza. Questione barracelli che ha acuito le divisioni. Duro monito anche da Lucchi. Il sindaco attende i nomi degli assessori Pd oppure si dimetterà
SASSARI - «Nascondere la polvere sotto il tavolo non è esattamente pulire casa». Cosi un mormorava qualcuno a margine dell'ultimo consiglio comunale (martedi 17 marzo). Il riferimento è chiaro: la condotta del sindaco Sanna riguardo i problemi in maggioranza. L'elezione dei barracelli hanno acuito questo divergenze. E sempre nell'ultima seduta della massima cittadina se ne sono visti gli effetti. Alcuni consiglieri, in primis Nicola Lucchi, avrebbero avvisato Sanna: «Nessuno deve mettere in dubbio quanto emerso dall'aula, non transigo che non vengano rispettati voto, segretezza voto e dell'intero consiglio e - ha chiuso l'esponente di maggioranza - presumo che questa vicende finità in altre aule rispetto a questa».
Una scintilla che ha riacceso il rogo dove anche i pompieri, come detto proprio dalla segreteria democratica, potrebbero finire arsi e con loro tutta l'impalcatura. Tradotto: sfiducia ed elezioni. E Sannna, infatti, avrebbe annunciato un nuovo ultimatum. Entro lunedi 23 marzo si deciderà il futuro della sua amministrazione: "O arrivano i nomi dei 3 assessori che vuole il Pd (in realtà sarebbero 4) oppure mi dimetto". Possibilità, come abbiamo già annunciato da settimane, sempre più probabile con un voto anticipato fissato per i primi di giugno.
I mal di pancia, del resto, sono sempre più diffusi. Alla pattuglia di 11 consiglieri del Pd potrebbe aggiungersi il gruppo capitanato proprio da Lucchi composto da altri 4 esponeti. In tal caso i numeri inizierebbero a ballare. Ma, come raccontanto negli scorsi, non tutti vogliono che la situazione precipiti. In particolare l'area soriana vorrebbe che si trovasse una soluzione e ovviamente lo stesso Sindaco Sanna non vuole arrivare ad una rottura. Resta però sul tavolo, in maniera ufficiosa, la richiesta di quattro assessorati da parte del Pd oltre che di un cambio di marcia riguarda l'azione amministrativa.
I più critici evidenziano che gli "assessori con la valigia" non aiutano ad affrontare le questioni prioritarie della città e la crisi che attanaglia il territorio. Il recente cambio di deleghe, senza un rimpasto generale o di più, come chiesto da larghe porzioni della maggioranza, un azzeramento, non pare aver mutato la condizione generale che, dunque, resta piuttosto delicata e appesa al filo dei rapporti tra le varie anime del Pd, in particolare i big, e il sindaco stesso. Mai come queste ore sono decisive.
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