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Sassari NewsnotizieolbiaPoliticaOpere › «Progetto idraulico non idoneo». Unidos Olbia boccia documento
D.C. 17 marzo 2015
«Progetto idraulico non idoneo»
Unidos Olbia boccia documento
Antonio Pizzadili, responsabile Unidos della provincia Olbia-Tempio, e Antonio Appeddu, responsabile Unidos di Olbia, hanno chiesto all’Amministrazione locale di rivedere il progetto di mitigazione del rischio idraulico


OLBIA – Il progetto di mitigazione del rischio idraulico nel territorio di Olbia è l’oggetto dell’osservazione inviata da Unidos al sindaco Gianni Giovannelli e al Settore Pianificazione e Gestione del Territorio, Edilizia Privata e Pubblica. L'obiettivo del gruppo consiliare è arrivare ad una revisione generale del documento redatto dall’ingegnere Mancini e dal geologo Tilocca. I due firmatari infatti, Antonio Pizzadili, responsabile Unidos della provincia Olbia-Tempio, e Antonio Appeddu, responsabile Unidos di Olbia, hanno chiesto all’Amministrazione locale di rivedere il progetto e di procedere alla verifica di possibili interventi sull'intero territorio del comune di Olbia, anche con lo studio di opere idrauliche-forestali nei versanti dei monti che circondano la piana del capoluogo gallurese. Zona quest’ultima esclusa dal progetto di regimazione idraulica, che interessa invece solo l’area urbana, nonostante nell’agro nel novembre 2013 l’alluvione abbia avuto una portata anomala e un volume critico, già prima di arrivare ai siti dove il progetto prevede di realizzare le vasche di laminazione.

Convinti quindi che non si riesca in questo modo a risolvere il problema del rischio idraulico, ma anzi che si creino ulteriori danni all’ambiente e alla popolazione, i due sostengono che «l'esecuzione di dette opere modificherà, sostanzialmente, l'assetto urbano della città, con inevitabili grosse compromissioni del tessuto urbanistico attuale, con un peggioramento della qualità della vita nella città e con la creazione di imponenti danni patrimoniali ai privati ed alla stessa municipalità. Danni – aggiungono - che sembrano, al momento, talmente consistenti da essere non quantificabili, in considerazione della concatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali che l'esecuzione e la messa in funzione delle opere genererà». Tra gli altri aspetti non condivisi poi quello di ampliare i canali fino a 50 metri e la realizzazione di quattro vasche di laminazione, di cui due ubicate in città, tra i popolosi quartieri di San Nicola, Ruinadas e Sa Istrana. Tutte misure queste considerate «non idonee per un territorio popolato e non in grado di risolvere adeguatamente il problema del razionale deflusso delle acque piovane, ma per contro generatrici di nuove e pesanti modificazioni microclimatiche a danno degli olbiesi e della loro città».

Ragione per cui viene proposto anche di evitare l’ampliamento dei canali e di ridurre le portate delle reti fluviali attraverso la realizzazione di un canale scolmatore da collegare con il Padrogianus, «soluzione – spiegano - sicuramente più economica di quella proposta dai tecnici incaricati dal Comune di Olbia, con un impatto minimo sulla città e sul suo tessuto urbanistico». Infine, altro suggerimento è quello di evitare che l'attuale rete ferroviaria, che si sviluppa in rilevato, funga da sbarramento, come già avvenuto in passato, al naturale deflusso delle acque superficiali e che il progetto poggi sul criterio fondamentale di evitare il ricorso alla formazione di nuovi ed impattanti corpi idrici (vasche di laminazione) per evitare pericolose e dannose modificazioni climatiche dell'area urbana di Olbia.

Nella foto: un'immagine dell'alluvione del 2013
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