Da quando Buoncammino non è più carcere si è aperta una discussione sul suo futuro. Diverse ipotesi sul tavolo. Il Dipartimento carcerario lo vorrebbe per ospitare degli uffici. Ma, anche in questo caso, Cagliari, e in generale la Sardegna, non possono perdere questa occasione per appropriarsi di una struttura utile per rilanciare cultura e arte
CAGLIARI - Potrebbe essere un'altra occasione persa. E non solo per Cagliari, ma per tutta la Sardegna. Una delle tante, niente di eccezionale. Del resto oramai la Sardegna, per diversi motivi, è una Terra delle occasioni mancate. Con il declino dell'industrializzazione e dunque la dismissioni di numerose attività ad esse connesse, ci si rende sempre più conto che il presente, e dunque il futuro, non possono che essere rappresentati da settori come la cultura, l'agroalimentare in relazione ovviamente al comparto turistico e alle bellezze naturali dell'Isola. In questo scenario ogni possibilità di creare economia è da valorizzare. Soprattutto quando non è necessario realizzare niente di nuovo e nello specifico cubature ovvero cemento.
E' Buoncammino. L'ex-carcere, come per le industrie, oramai dismesso. Un immobile che, potenzialmente, potrebbe avere una valore assoluto. Al centro di Cagliari, nella parte storica si affaccia sul capoluogo sardo. Una struttura che, come già avanzato da più parti, potrebbe diventare un polo culturale d'eccellenza. Spazi espositivi, aree per mostre, musica, creazioni, cinema, teatro e cosi via. Ma non, nell'ottica esclusivamente sociale ovvero lasciato senza regole ad associazioni o organizzazioni, ma un luogo con chiare regolamentazioni nell'uso gestito dal Comune, insieme alla Regione, per offrire un ventaglio di appuntamenti culturali anche di valore. Dunque riuscire ad avere degli introiti e garantire dei posti di lavoro. Questo anche perchè Cagliari, nel caso che gli amministratori casteddai non se ne fossero accorti, ha un humus culturale di valore internazionale. Basti pensare ai dj (oramai molti trasferitesi a Berlino o Barcellona) oppure alle band, alcune molto note, fino ad arrivare a valorosi performer, attori e protagonisti delle arti visive. Insomma una scena viva e vitale che però, è palese, non può non trovare il giusto sfogo quando mancano gli spazi adeguati.
E questo può essere rappresentato dall'ex-carcere di Buoncammino. Un Tacheles (storico luogo di cultura alternativa di Berlino) casteddaio, potremmo azzardare. Ma senza utilizzare scomodi paragoni, dovrebbe diventare un centro culturale per tutta la Sardegna. E anche queste sono le le occasioni da non perdere per un territorio che ne ha già perse troppe. Dunque la politica, tutta, faccia sentire la sua voce e destini tale spazio alla cultura, alla città, alla Sardegna.
Nella foto l'ex-carcere di Buoncammino
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