CAGLIARI - In Sardegna 136 atti intimidatori all'anno ai danni degli amministratori locali. I numeri forniti dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni, portano la Sardegna al quarto posto in Italia dopo Sicilia (211 pari al 16,7%), Puglia (163 apri al 12,9%) e Calabria (155 pari al 12,3%). Ma confrontando i dati con la densità di popolazione, l’isola balza al primo posto in classifica con l’8,3%. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, è arrivato stamane (mercoledì) in Sardegna per presiedere la Conferenza regionale sulla situazione dell'ordine pubblico e per firmare un protocollo d'intesa con le prefetture, la Regione e l'Anci per la promozione e la diffusione della cultura e della legalità.

Dopo l'ultimo episodio di fine gennaio con l'attentato dinamitardo al sindaco di Bultei, in provincia di Cagliari, l'Anci Sardegna aveva sollevato il problema delle intimidazioni nei confronti dei pubblici amministratori locali. Ad Alfano è stata consegnata una risoluzione approvata all’unanimità dalla commissione Autonomia del Consiglio regionale. Nel documento viene chiesta la revisione della normativa in materia di tutela degli amministratori locali. «A Cagliari arriveranno cinquanta militari» ha annunciato l'esponente del Governo Renzi - durante la cerimonia di intitolazione dell'aula didattica della Caserma Carlo Alberto alla poliziotta sarda Emanuela Loi, morta nella strage di via D'Amelio. «Ho il piacere di dire al sindaco di Cagliari e al presidente della Regione che nell'ambito dell'operazione Strade sicure abbiamo deliberato l'invio di 50 militari, per rendere più sicuro il capoluogo e la regione».

Al Ministro, nel suo intervento in Conferenza, Francesco Pigliaru ha ricordato come il numero degli atti di intimidazione ai sindaci e agli amministratori locali della Sardegna, in rapporto alla popolazione, sia da tempo ai vertici delle statistiche nazionali: «chiudono molti presidi periferici: caserme, servizi postali, uffici di ministeri. Neanche le prefetture sembrano al sicuro dalla scure della spending review. Per contro, ai Comuni, alle Province e alla Regione viene chiesto di farsi carico dei costi di tribunali, di uffici dei giudici di pace, di Corte dei conti, di direzioni scolastiche e così via». «Chiediamo anche con forza che il Governo centrale faccia tutta la sua parte - ha concluso - e lo chiediamo con la responsabilità di chi conosce le condizioni economiche generali di contesto ma anche con la ferma e determinata convinzione di chi vuole far sentire l’ansia di riscatto di un intero popolo».

Nella foto: un momento della visita del ministro a Cagliari

Prima pubblicazione alle 8.32