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A.B. 12 novembre 2014
Il fenomeno del Cyberbullismo a Nuoro
E´ stato presentato il risultato dell´indagine svolta nelle classi di passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado 2014 dall´Osservatorio Territoriale sul Bullismo delle Province di Nuoro e dell’Ogliastra


NUORO - L'auditorium della biblioteca “Sebastiano Satta” di Nuoro ha ospitato la presentazione del “Rapporto della Ricerca sulla diffusione del Cyberbulismo” condotta dall'“Osservatorio Territoriale sul Bullismo delle Province di Nuoro e dell'Ogliastra”. Si tratta di una delle prime e più approfondite ricerche a livello nazionale sulla diffusione del fenomeno. Erano presenti il questore di Nuoro Pierluigi D'Angelo, il vicequestore aggiunto Fabrizio Mustaro (coordinatore dell'Osservatorio), il dirigente scolastico provinciale Pierangela Cocco ed il presidente dell'“Associazione Presidi della Sardegna” Bachisio Porru. Fra il pubblico, numerosi studenti, insegnanti e genitori che hanno rivolto domande sui risultati della ricerca e sulle caratteristiche del cyberbullismo.

«Con il Rapporto sulla diffusione del Cyberbullismo 2014 – spiega Mustaro - l’Otb ha cercato di far luce su una delle nuove frontiere del bullismo, rimanendo per così dire fedele al suo compito istituzionale di fare ricerca e fornire strumenti pratici di analisi, approfondimento e supporto a tutti coloro che hanno compiti educativi o, più semplicemente, sono interessati al benessere dei nostri giovani. Questa ricerca affronta quella particolare forma di bullismo che “passa” attraverso l’uso delle nuove tecnologie (pc, tablet, smartphone) diventati ormai nuovi terreni di confronto e, sempre più spesso, di scontro per i nostri ragazzi. Il Rapporto vuole essere, non solo uno strumento scientifico aggiornato di studio, ma anche una guida e persino un grido di attenzione per gli ancora troppi adulti (genitori e educatori) che non conoscono a fondo le nuove tecnologie utilizzate dai giovani per comunicare, socializzare (a volte purtroppo anche in via esclusiva) e, quindi, anche per vessare i propri pari. Ogni adulto ha il dovere di conoscere questa nuova realtà tecnologica, se non vuole creare spazi e terre di nessuno nelle quali i più giovani sono, di fatto, autorizzati a fare ciò che più gli piace, oltre ogni regola di rispetto dell’altro e di pacifica convivenza».

«Il Rapporto sulla diffusione del Cyberbullismo nel territorio della Provincia di Nuoro (nella sua vecchia estensione) assume poi una particolare valenza scientifica poiché è uno dei rari studi del fenomeno conclusi in Italia. Dai dati in nostro possesso – prosegue il coordinatore dell'Osservatorio - appare chiaro che il fenomeno è esteso tanto nei piccoli paesi che nelle città del nostro territorio; inoltre, la dimensione delle classi è ininfluente e le prevaricazioni sono presenti anche nei gruppi composti da pochi ragazzi. Una riflessione molto importante, infine, riguarda il ruolo dell’empatia: anche questa ricerca dell’Otb dimostra, purtroppo, un “immobilismo” nella crescita dell’intelligenza emotiva dei nostri giovani: circa duecento ragazzi del campione studiato non provano niente di particolare nei confronti di chi patisce numerose e persistenti vessazioni e di quei duecento, circa cento ragazzi ritengono divertente molestare i propri compagni. Questi dati raccolti fanno risaltare una criticità del modello educativo e del ruolo dei genitori nella nostra società. Ancora una volta, quindi, lo strumento educativo (rectius preventivo) appare l’unica via per contrastare il bullismo nelle sue varie forme», conclude il vicequestore aggiunto Fabrizio Mustaro.
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