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D.C. 1 luglio 2014
Nuove pale eoliche a Sassari, azienda sotto inchiesta
Presto nella località sassarese di “BaddeTrippidda” verranno installate quattro pale eoliche richieste da una società sospettata di essere sponsorizzata da “Cosa Nostra”. A renderlo noto Valerio Meloni, consigliere regionale del Pd che se la prende con la giunta Pigliaru


SASSARI - Quattro giganti del vento, alti ben 200 metri, occuperanno presto la località sassarese di “BaddeTrippidda”, aggiungendosi così ai numerosi altri presenti nelle zona tra Campanedda e Porto Torres. La decisione è stata presa lo scorso 27 giugno dalla Giunta regionale, allarmando Valerio Meloni, consigliere regionale del Pd, all’oscuro, come «il resto del territorio» dice lui. «Si autorizzano quattro nuove pale e si fa riferimento esplicito a un altro intervento, non si capisce di quale portata, che ha già ottenuto le necessarie concessioni ed è prossimo alla realizzazione» è stato il commento del rappresentate sardo del Pd una volta appresa la notizia, di fronte alla quale si è poi domandato «cosa possa accadere nel giro di pochi anni, quante altre richieste di autorizzazione si trovino già sui tavoli degli uffici competenti e quante siano le domande già approvate e che attendono solo di essere realizzate, senza che il territorio ne sia minimamente informato o possa avere voce in capitolo».

La preoccupazione di Meloni tuttavia, pare non essere dettata solo dal discutibile iter decisionale adottato in Regione, ma anche dal possibile rischio di arrecare un danno all’ambiente con la realizzazione delle centrali eoliche e soprattutto dalla diffidenza nei confronti dell’azienda richiedente. Pare infatti che il soggetto proponente sia la società Fera «la quale risulta coinvolta nelle inchieste “Eolo” e “Galemiii” della Dda di Palermo, con il sospetto di essere “sponsorizzata da Cosa Nostra”». Dimostrazione questa di quanto la Sardegna e tutti i suoi beni siano in mano ancora una volta a soggetti «il cui unico fine è quello di sfruttare le sovvenzioni per il settore eolico, che nel nostro Paese sono tra le più alte al mondo».

Invasori del territorio «avulsi» a parte, Meloni discorda dalla decisione presa dalla Regione (del suo stesso colore politico), poiché convinto della non necessità di introdurre in Sardegna ulteriori pale eoliche dal momento che, come dichiarato, «producono più energia di quanta ne immettono in rete, generando un surplus che viene disperso». Per questa ragione sceglie di rivolgersi al presidente della regione Pigliaru, per chiedergli di promuovere piuttosto «un Piano energetico regionale che tenga conto delle più elementari regole del buon senso, la cui applicazione favorisca un’amministrazione trasparente, che non può essere disgiunta dalla necessità di salvaguardare il consumo del territorio». «Occorre fissare un limite che tenga conto dei costi e dei benefici- ha aggiunto poi in seguito- che deve sopportare la comunità,senza badare agli esclusivi interessi di pochi. In una Regione poco energivora come la nostra, occorre essere certi che ogni kw prodotto da fonti pulite sia utile e necessario e che a esso corrisponda un kw in meno prodotto da fonti inquinanti. Bisogna avere la certezza, in definitiva, che a ogni intervento ammesso dal Piano regionale corrispondano benefici certi per tutti, con buona pace delle lobbies più o meno legali e di chiunque abbia il solo scopo di speculare ai danni di un territorio e di una popolazione che meritano ben altre attenzioni».
Commenti
19/11/2025
Abbiamo più volte spiegato con chiarezza che per difendere la Sardegna dagli effetti negativi dell’autonomia differenziata bisogna attivare e modernizzare le norme di attuazione dello Statuto speciale, l’unico strumento in grado di rendere realmente operativo il principio di insularità inserito in Costituzione e di colmare il gap che la nostra Regione paga da decenni



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