La IX edizione del Sardinia Film Festival si è aperta con il primo degli eventi speciali di questa edizione: la proiezione in anteprima sarda del documentario 140. La strage dimenticata
SASSARI - La nona edizione del Sardinia Film Festival, premio internazionale di cortometraggi organizzato dal Cineclub Sassari Fedic, è stata inaugurata ieri sera, lunedì 23 giugno, nel cortile del Polo Didattico Il Quadrilatero, in viale Mancini a Sassari. Ad accogliere il pubblico, che come gli anni scorsi si è presentato numeroso all’appuntamento, c’erano il direttore artistico del Sardinia, Carlo Dessì, il presidente Angelo Tantaro e la giovane presentatrice Marta Pala. Anche per la nona edizione i numeri del Festival sono da capogiro: 230 cortometraggi in concorso, selezionati tra i circa 800 iscritti, 60 Paesi rappresentati, 124 prime visioni europee, 220 prime visioni italiane, 230 sarde e un’alta percentuale di registi esordienti.
Tra gli spettatori sedevano il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il vice sindaco Gianni Carbini e l’assessore alla Cultura Monica Spanedda. Nicola Sanna ha espresso il suo apprezzamento «per una manifestazione come il Sardinia Film Festival che è motivo di orgoglio per tutta la città di Sassari e che, edizione dopo edizione, pur in mezzo a tante difficoltà, tiene alto il suo valore culturale». Monica Spanedda, a una delle sue prime uscite pubbliche come neo-assessore alla Cultura, ha voluto sottolineare la «capacità del Festival di coinvolgere altri comuni, come Martis e Villanova Monteleone (dove ad agosto si terranno le sezioni del Sardinia Film Festiva “Life after oil” e il “Premio per il documentario Villanova Monteleone”) nella realizzazione di progetti importanti per tutto il territorio».
La IX edizione del Sardinia Film Festival si è aperta con il primo degli eventi speciali di questa edizione: la proiezione in anteprima sarda del documentario 140. La strage dimenticata del fiorentino Manfredi Lucibello. Il film ricostruisce, con grande quantità di materiale d’archivio, la tragedia del traghetto Moby Prince, scontratosi con una petroliera la notte del 10 aprile 1991, mentre entrava nel porto di Livorno di ritorno da Olbia. Nel disastro persero la vita 140 persone, tra cui 30 sardi. Il processo fu chiuso dalla magistratura di Livorno attribuendo la responsabilità all’errore umano, ma nella vicenda rimangono molte zone d’ombre e le associazioni dei familiari delle vittime chiedono da anni la riapertura del caso. Alla proiezione era presente il deputato Michele Piras (Sel), firmatario di una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che ha ricordato come «quello del Moby Prince sia il più grande disastro della marineria civile italiana e uno dei tanti misteri del nostro Paese. È un dovere conservarne la memoria e fare finalmente chiarezza sulle reali cause, per rispetto non solo ai familiari delle vittime ma a tutti gli italiani».
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