Cecilia Sechi, garante dei diritti delle persone private della libertà personale, ha evidenziato la necessità di nuovi interventi per migliorare la situazione delle carceri. Occhi puntati su Bancali
SASSARI - La struttura è nuova ma ci sono ancora problemi da risolvere per il carcere di Bancali. A partire dalla necessità di avere un maggior numero di educatori, attualmente sono 4 per 340 detenuti, e un maggior numero di agenti. Il quadro è sicuramente più rassicurante e migliore del vecchio carcere di San Sebastiano ma c’è la necessità di fare qualche passo in avanti. A fare una panoramica sulla situazione della nuova struttura e dello stato dei detenuti sono stati Cecilia Sechi, garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Giuseppe Conti, vicepresidente della camere penali italiane, Maria Claudia Pinna, della camera penale di Sassari e Gabriele Satta, presidente della Camera penale di Sassari.
La situazione delle carceri italiane e dei detenuti è migliorata in questo ultimo anno? È stata questa la domanda che ha scaturito l’incontro di ieri a Palazzo Ducale. E la risposta è affermativa, stando a un recente pronunciamento del Consiglio d’Europa sui diritti dell’uomo che ha deciso di non sanzionare l’Italia perché nell’ultimo periodo ha conseguito significativi risultati nel ripristinare la legalità nelle carceri. Non tutti gli operatori del settore però sono d’accordo. Il dibattito nasce dalla sentenza Torreggiani di un anno fa in cui la Corte europea dei diritti umani aveva condannato l’Italia al risarcimento di 10600 euro per le condizioni in cui era costretto il detenuto a causa del sovraffolamento carcerario; una sentenza a cui ne seguirono altre sette. Pochi giorni fa il Consiglio d’Europa ha stabilito che l’Italia ha compiuto in questo anno significativi miglioramenti e per questo ha deciso di rinviare la decisione finale al 2015, dando così tempo al Paese di completare la politica adottata in merito.
«Si dice che l’Italia sia stata promossa ma Strasburgo ci ha dato un altro anno di tempo per metterci al passo con le normative europee. Siamo preoccupati per la situazione nelle carceri» ha detto Cecilia Sechi che ha elencato alcuni dati sul carcere di Bancali in cui ci sono 340 detenuti, di cui oltre un quarto in attesa di giudizio, 227 definitivi, 57 in attesa di giudizio di primo grado, 15 ricorrenti, 16 appellanti, 27 giovani-adulti. «La struttura di Bancali è promossa ma servono più educatori e maggior numero di agenti per rendere migliore la vita al suo interno» ha continuato Sechi. «Queste carenze si ripercuotono sull’anello più fragile, i detenuti».
«C’è stata un’apertura del governo verso il problema delle carceri ed è stato fatto qualche passo in avanti ma non si può dire che l’Italia sia stata promossa, mancano ancora molte misure, tra queste sopratutto provvedimenti di clemenza» ha detto Giuseppe Conti. «Tante leggi tampone nell’ultimo periodo ma senza affrontare definitivamente i problemi delle carceri» ha aggiunto Sechi. «In Italia i ricorsi pendenti presso la Corte europea dei diritti dell’uomo sono circa 4mila e in caso di condanna per il Paese sarebbe un duro colpo sotto il profilo economico».
Commenti