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M.C. 20 maggio 2014
Lai dice no all´ipotesi di chiusura della sede Rai di Sassari
Sull´ipotesi della chiusura della sede Rai di Sassari è intervenuto Silvio Lai e alcuni dei candidati alla carica di sindaco di Sassari


SASSARI - Nuovi interventi dal mondo della politica sull’ipotesi della chiusura della sede Rai di Sassari. «La Sardegna non può accettare un ridimensionamento dell’informazione pubblica se non pagando un caro prezzo allo squilibrio culturale e informativo che andrebbe ad aggiungersi ai già pesanti squilibri economici, sociali, territoriali e strutturali di cui la Sardegna ha sofferto e soffre» scrive il senatore del Pd Silvio Lai in una lettera inviata al sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli che nei giorni scorsi aveva risposto all’Usigrai sulla situazione del servizio pubblico televisivo.

«Non mi convince la possibilità prevista dal DL 66 di chiudere alcune sedi regionali e per questo sono firmatario di un emendamento al decreto che discuteremo nei prossimi giorni in commissione bilancio, ma sentir parlare in questo modo di una presenza storica come quella di Sassari mi convince che c'è troppa superficialità. Giacomelli aveva fatto riferimento alla sede di Sassari, definendola impropriamente “succursale” e affermando di non credere che i 1100 metri quadrati della sede siano stati pensati per le minoranze linguistiche

La Rai - scrive ancora - ha in Sardegna una sede centrale a Cagliari e una a Sassari: quest’ultima é stata la prima nata tra le sedi distaccate fra le regioni a statuto speciale, in un'isola dove per motivi orografici e per la carenza dei trasporti occorrono due ore e mezza in auto e quattro ore in treno per andare da sud a nord. Sassari ha poi la specificità di essere, insieme alla Gallura, la provincia più vasta d’Italia spesso interessata a eventi internazionali; una regione composita che necessita di una presenza articolata e non centralizzata dell’informazione, soprattutto di quella pubblica».

L’ipotesi della chiusura della sede Rai a Sassari è stato anche un argomento emerso nei giorni scorsi in occasione della tribuna elettorale tra i candidati sindaci convocata nella sede di Cagliari. «Con amarezza esprimo il mio disappunto per il fatto che la stessa debba tenersi a Cagliari per i candidati a sindaco della Città di Sassari, ulteriore testimonianza della perdita di ruolo della nostra città anche nel settore della comunicazione» ha scritto Nicola Lucchi che non ha potuto presenziare all’incontro per impegni elettorali.
«Sassari ha una sede Rai, con operatori e giornalisti residenti in città. Si vuole forse accentrare tutto nel capo di sotto? Occorre risparmiare anche sulla professionalità Rai esistente anche nelle sedi periferiche? La situazione dell’informazione a Sassari sta rapidamente degenerando: hanno chiuso la sede di Videolina e dell’Unione Sarda e presto verrà radicalmente decurtata quella di 5stelle, con licenziamenti alle porte. Una grande città senza informazione è una città con seri problemi di visibilità e democrazia» scrivono i candidati del Fronte indipendentista unidu.

Sull’argomento è intervenuto anche Nicola Sanna: «Ho rappresentato tutto il disagio che i tagli porterebbero alle redazioni giornalistiche, determinando possibili inefficienze al servizio pubblico che deve garantire l’informazione. Ho anche solidarizzato con i giornalisti e tecnici Rai, preoccupati per gli ulteriori tagli ai servizi e alle sedi regionali, con particolare riguardo alla sede provinciale di Sassari, città tra le prime 30 in quanto a popolazione. In particolare - aggiunge Nicola Sanna - in una regione come la Sardegna questo disagio, considerate le distanze e la viabilità, è ancora più insopportabile. Ho condiviso il disagio dei giornalisti e mi unisco alle loro proteste nei confronti del Cda della Rai e del Governo che paventano ulteriori tagli che si ripercuotono negativamente sul servizio pubblico».
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