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M. P. 14 marzo 2014
Porto Torres, Airone costretta a gettare la spugna
La cooperativa sociale Airone ha ricevuto l’ultima comunicazione del Comune di Porto Torres con cui si intima l’azienda, con un ultimatum di dieci giorni, a provvedere al versamento di quanto richiesto nella precedente comunicazione del 07 febbraio 2014


PORTO TORRES - La cooperativa sociale Airone ha ricevuto l’ultima comunicazione del Comune di Porto Torres con cui si intima l’azienda, con un ultimatum di dieci giorni, a provvedere al versamento di quanto richiesto nella precedente comunicazione del 07 febbraio 2014, (112.133,00 euro di imposte varie, una fideiussione a garanzia delle gratuità che la cooperativa si impegna a fornire al Comune per un valore di 49mila euro annue, più oneri vari per circa 20mila euro), scaduto tale termine la cooperativa sarà considerata rinunciataria della gara aggiudicata il 05 aprile 2013.

«Premetto che la comunicazione è un atto dovuto dell’Amministrazione nei nostri confronti per definire e concludere una procedura che forse è durata anche troppo – sostiene Antonello Sanna, presidente dell’Airone . Penso sia anche la naturale fine che si voleva far fare ad una procedura di cui nessuno si è voluto fare carico. Leggo i quotidiani locali di questi giorni delle battaglie che si accingono a fare la politica tutta della mia città, battaglie sicuramente importanti contro i grossi colossi dell’industria, e che sicuramente potranno dare importanti risposte alla mia città».

Parla con rammarico Antonello Sanna e si rivolge a tutte le forze politiche della città, maggioranza e opposizione e aggiunge: «tutta la politica della mia città, sia di maggioranza che di minoranza, non si accorge della crisi che la loro incapacità sta generando, crisi che vede la percentuale di disoccupati aumentare a dismisura, e quando una cooperativa vuole valorizzare un terreno incolto senza alcun valore commerciale, creare una struttura di eccellenza rivolta ad anziani non presente in una città ormai invasa da strutture abusive non a norma, una struttura che avrebbe garantito 30 nuovi posti di lavoro, la politica della mia città cosa fa! Niente, assoluto silenzio da parte di tutti, nessuno s’indigna, nessuno che si dispiace, le imposte richieste sono dovute o no! Per colpa dello Stato o no! Nulla è dovuto sapere a noi e nessuno è curioso di saperlo per la città. Forse perché conviene non fare domande - conclude Antonello Sanna - nessun politico della mia città, per problemi di coscienza torbida o forse non è un problema che riguarda il loro “mandato politico”. Sta di fatto che ancora una volta questa città deve dipendere dal volere di una politica sbagliata per la mia città e sperare che “la zona industriale “ della mia città continui a rimanere “accesa” così la politica della mia città saprà di cosa parlare in futuro. Nell’attesa aspettiamo risposte da facebook».
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