Tre ore di acceso confronto a Sassari sui delicati temi ambientali e paesaggistici. Presenti anche Sandro Roggio, Giorgio Todde, Cicitto Morittu, Maria Paola Morittu, Antonietta Mazzette e Ignazio Camarda
SASSARI – Si è svolta lunedì sera nella sala conferenze della
Nuova Sardegna la presentazione del libro “Lezioni di Piano” sul tema del Piano paesaggistico della Sardegna approvato nel 2006. Il saggio scritto a più mani da personaggi della politica e della cultura del panorama regionale che hanno presieduto al convegno, è stato lo spunto per introdurre una tavola rotonda in cui si è dibattuto su questioni ambientali drammaticamente attuali, dopo il disastro ambientale che ha colpito l’isola. E’ possibile un equilibrio tra la tutela del territorio e la proprietà privata? Come vedono i sardi il proprio paesaggio?Una sala gremita ha seguito i numerosi interventi che si sono susseguiti nel corso del convegno e a cui hanno risposto a queste e altre domande, l’ex presidente della regione Sardegna Renato Soru, Antonietta Mazzette docente di Sociologia Urbana presso la facoltà di Scienze Politiche di Sassari, Maria Paola Morittu giurista esperta in temi ambientali, Ignazio Camarda professore ordinario nella facoltà di Agraria di Sassari, l’architetto Sandro Roggio, l’attore Sante Maurizi, Giorgio Todde scrittore impegnato sul fronte della difesa dell’ambiente e del paesaggio, Cicitto Morittu ex assessore all’Ambiente nella giunta Soru.
Dopo la presentazione e i saluti del direttore della Nuova Sardegna, Andrea Filippi, prende la parola la professoressa Mazzette che sostiene «La Sardegna ha assorbito un’idea di territorio da riempire con le volumetrie. Abbiamo un patrimonio immenso di immobili abbandonati in qualunque insediamento urbano in tutta la regione e – rimarca la sociologa- continuare a costruire insediamenti perché più proficuo dal punto di vista elettorale è per me un atto delittuoso». Edoardo Salzano uno dei più importanti urbanisti italiani e coordinatore del gruppo di esperti e di tecnici ai quali di deve la realizzazione del Piano paesaggistico, e voce autorevole del libro “Lezioni di Piano” intervistato via skype nel corso della serata da Giacomo Mameli, non ha dubbi a riguardo «il territorio è un valore da difendere, ma il piano ha dimostrato che se non c’è una forte volontà politica, anche le migliori intenzioni o i migliori piani non producono effetti».
Secondo l’analisi dello scrittore Giorgio Todde «abbiamo abbandonato il principio umano di precauzione nell’edilizia” e per spiegarsi meglio cita a riguardo l’esempio del piccolo ponte millenario di origine romana di nome “Papalope”, nel territorio di Oliena che resiste alle intemperie del tempo e subito volge lo sguardo al ponte Norgheri, costruito recentemente sulla strada che da Oliena conduce a Nuoro e spazzato via dall’alluvione. L’azione di costruire è privata di ogni contenuto etico. Ricostruire significa collaborare con il tempo e scoprire con le pietre il segreto delle pietre – Todde cita a proposito le parole della scrittrice Marguerite Yourcenar e si chiede – negli ultimi sessant’anni abbiamo fatto tutto questo».
«Il piano di Cappellacci porta indietro di una decina d’anni la Sardegna e il suo governo auspica il ciclo edilizio permanente da cui possono venire solo brutture e disparità sociali – è il duro monito dell’architetto Sandro Roggio che prosegue – Si diffondono palazzinari e pizzaioli per due mesi a badare ai turisti, generando rendite miserabili. Il Sole 24 Ore collocava Olbia, prima dell’alluvione, nella lista delle città più ricche d’Italia e in quella città si può morire in uno scantinato senza luce». Secondo l’analisi dell’architetto Roggio, Olbia ha un piano di fabbricazione vecchio di quarant’anni fa e solo nel territorio gallurese si costruisce sei volte di più che nella popolosa regione della Lombardia.
«Di quanti segni abbiamo bisogno per capire che il territorio va rispettato e non spinto dall’indole del guadagno facile e del tutto e subito – inizia il suo discorso appassionato Renato Soru che ripercorre le tappe della sua legislatura dal 2004 al 2009 – in quegli anni mettemmo un limite al territorio della Sardegna di cui la metà della fascia costiera risultava consumata e ci stavamo predisponendo a consumare l’altra metà e il Ppr è stato questo smettere di sfruttare il territorio». «Le seconde case non bastano per creare lavoro che non c’è e non siamo diventati la regione più ricca d’Italia grazie alle seconde case di cui il territorio abbonda». L’ex governatore della Sardegna punta su istruzione, formazione e innovazione come ricetta anti-crisi «Abbiamo smesso di percorrere le competenze che servono oggi. Se non saremo in grado di costruire le competenze per il lavoro di oggi non potremmo creare lavoro».
«Il mediterraneo sta diventando una bacinella inquinata dove si smaltiscono il 70% dei rifiuti di tutti i paesi attorno – lancia l’allarme Soru che continua nella sua avvincente arringa che tocca temi diversi che riguardano l’ambiente, il lavoro, l’economia – dobbiamo impedire che le persone abitino negli scantinati. I prosciutti devono stare nelle cantine non gli esseri umani». Il pubblico in sala applaude e tutti ricordano la tragedia di un’intera famiglia scomparsa travolta dal ciclone Cleopatra all’interno del seminterrato dove viveva. Nella folla tra gli uditori c’è anche il rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, il consigliere regionale del Pd Mario Bruno da sempre sostenitore di Soru, tanti giovani studenti universitari e tanta gente comune interessata al tema della salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
«Togliamo il nome ai piani non mi interessa il confronto con Cappellacci o il centro destra – tuona l’ex governatore – non voglio che ogni ettaro della nostra terra possa prevedere di averci sopra una costruzione, perché poi quella costruzione vorrà una strada e quella strada sarà una terra impermeabile sottratta al benessere comune. Si può trovare lavoro e stare bene in questa regione senza passare necessariamente dallo sfruttamento del territorio. Chiunque governerà anche se dovesse essere la destra non deve compiere l’errore di costruire vicino ai fiumi e – conclude Soru – deve investire sull’istruzione e la cultura dei giovani che sono il futuro e chiunque governi deve capire che c’è una possibilità che va perseguita». Dopo tre ore di acceso confronto tra i relatori del volume “Lezioni di Piano” sulla questione della tutela del paesaggio, salvaguardia dell’ambiente, Ppr e nuovi modelli di sviluppo, la tavola rotonda è continuata poi con il contributo e la testimonianza degli esponenti del comitato “No alla chimica Verde” e del dottor Vincenzo Migaleddu da sempre in prima linea per la battaglia contro l’inquinamento nell’isola e la difesa della salute e il territorio.
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