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Michele Cocchiarella 12 aprile 2013
Chiude il cinema: parla Giorgia Guarino
I dettagli sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa al Teatro Verdi in cui Guarino ha voluto precisare che si tratta della fine della sua gestione e che quindi rimane aperta la possibilità per altri imprenditori


SASSARI - Film, cultura e svago fanno i conti con la crisi economica che continua a incidere in ogni settore. Una nuova sconfitta per il cinema arriva da Sassari con la chiusura del Quattro Colonne prevista per giovedì prossimo. Si tratta della fine della gestione da parte di Giorgia Guarino, titolare della società Attività cinematografica che a causa di un mancato accordo con i proprietari lascia le mura dello storico locale. I dettagli sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa al Teatro Verdi in cui Guarino ha voluto precisare che si tratta della fine della sua gestione e che quindi rimane aperta la possibilità per altri imprenditori.

«A dicembre del 2010 era scaduto il contratto di locazione» ha spiegato Giorgia Guarino che continuerà a mantenere la gestione del Moderno e del Verdi. «In questi anni abbiamo cercato di trovare un accordo con i proprietari ma non c'è stato. Mi è stato chiesto il triplo del canone di locazione rispetto a prima ed è una richiesta che non posso soddisfare. La cosa che più mi preoccupa è dover licenziare due persone».
Da anni si parla della crisi di questo settore, legato anche al fatto che le famiglie scelgono di eliminare le spese considerate superflue. In Sardegna ha subito un'inflessione del 50 per cento: «Fino al 2010 a Sassari si potevano contare nei cinema 100 mila presenze all'anno, adesso se ne contano 50 mila. Se entrano 60 spettatori su 650 posti è già un successo. Gestire un cinema, così come nelle altre città, è una follia, ci si rimette» ha spiegato Guarino. Cause e conseguenze di un settore che necessita anche di investimenti per poter essere rilanciato ma ci sono comunque difficoltà derivanti dai costi.

«Avrei voluto un multisala per Sassari ma non ci sono riuscita. Nelle strutture esistenti non è mai stato trovato un accordo, si parla di un investimento di diversi milioni di euro e quindi rappresenterebbe un rischio elevato. E per costruire un multisala ex novo c'è un problema di destinazione di uso. Inoltre nel puc c'è un'area a Piazzale Segni che potrebbe essere utilizzata per questo ma manca ancora l'approvazione del Piano urbanistico comunale». Un cinema in meno comporta anche una programmazione ridotta e inoltre le sale sassaresi da maggio apriranno solo per lo spettacolo serale, scelta già applicata in altre province. E come se non bastasse a dicembre di quest'anno «andrà in pensione la pellicola e resisteranno solo i cinema con i proiettori digitali ma non credo saranno in tanti perché i proiettori costano davvero tanto».
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