Il progetto, coordinato da Giuseppina Pani, interesserà le detenute della sezione femminile dell’Istituto Penitenziario cagliaritano diretto da Gianfranco Pala, che seguono i corsi scolastici del Ctp
BOSA - L’arte del filet di Bosa da giovedì entra a Buoncammino nella sua veste più moderna quella che permette di realizzare girocolli, orecchini, bracciali, pendenti e spille impreziositi con delicati colori e perle di diversa fattura. Promosso dal Centro Territoriale Permanente, con la supervisione di Alba Demurtas, curato dalla maestra di filet Mariangela Porcu, il corso “I gioielli e il ricamo”, articolato in trenta ore, si avvale della collaborazione dell’area trattamentale diretta da Claudio Massa. Il progetto, coordinato da Giuseppina Pani, interesserà le detenute della sezione femminile dell’Istituto Penitenziario cagliaritano diretto da Gianfranco Pala, che seguono i corsi scolastici del Ctp.
Per due volte alla settimana, il lunedì e il giovedì, dalle 10.20 alle 12, le detenute potranno scoprire come nascono i pavoni, i fiori, i tralci di vite con il ricamo filet e apprendere a trasformarli in originali gioielli dai colori pastello. Non solo un momento di svago per le donne ristrette ma anche un’occasione per acquisire una competenza lavorativa spendibile sul mercato. Le lezioni del corso si terranno nella sala polivalente della sezione femminile.
«L'obiettivo della Direzione è duplice - sottolinea Michela Cangiano, comandante degli Agenti di Polizia Penitenziaria - dare maggior senso e dignità al periodo della carcerazione e tentare di restituire alla società persone che siano in grado di effettuare scelte diverse da quelle criminali una volta scontata la pena. Solo proseguendo su questa strada è possibile dare al cittadino una sicurezza reale e duratura, non limitata al periodo di carcerazione».
«Un successo - aggiunge Cangiano - ancora più significativo in quanto frutto dell'impegno e del sacrificio personale di coloro che ogni giorno lavorano nel carcere tra i quali gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, gli educatori e tutti gli altri collaboratori che operano in una situazione di estrema difficoltà caratterizzata da una profonda carenza di risorse materiali ed umane e, a volte, dall’indifferenza della società verso i problemi penitenziari».
«L’iniziativa – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” - rappresenta un’occasione per le detenute ma anche un momento significativo per una struttura che nonostante le difficoltà oggettive, grazie alla collaborazione dei diversi operatori, riesce a far vivere esperienze positive a chi si trova in difficoltà». A conclusione del corso di educazione degli adulti sarà allestita una mostra.
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