Skin ADV
Sassari News
Notizie    Video   
NOTIZIE
Sassari News su YouTube Sassari News su Facebook Sassari News su Twitter
Sassari NewsnotiziesardegnaSportTennis › Tennis: Paolo Ricci, l’esperienza insegna
Antonio Burruni 18 ottobre 2008
Tennis: Paolo Ricci, l’esperienza insegna
Il coach di Anna Floris si racconta e da un’occhiata all´intero movimento


ALGHERO - «Da Under 14 battevo Massimo Cierro e perdevo, giocando alla pari, con Paolo Canè. Ma già da piccolo avevo l’idea di fare il coach e non di giocare. Già in un’intervista che mi fecero all’età di undici anni, dissi che volevo allenare. Oltretutto, ho sempre preferito studiare. Con mio padre avvocato e mia madre farmacista, scelsi di frequentare il Liceo Classico. Poi, mi laureai all’Isef. A tennis, dove con le vecchie classifiche sono stato “B3”, ho sempre giocato “facile”, non ho mai avuto difficoltà a giocare con nessuno, ma per andare più in alto avrei dovuto fare altre scelte. Invece, il vertice non l’ho toccato da giocatore, ma lateralmente. A diciannove anni ero già l’allenatore di Annarita Cangianu, che entrò nelle prime quattrocento giocatrici al mondo. Poi ho seguito Massimo Policastro».

Si presenta così Paolo Ricci, attualmente coach di Anna Floris, in Sardegna per il Future giocato e vinto a Settimo San Pietro. Ricci, ottima dialettica ed idee chiarissime, da uno sguardo sul mondo degli allenatori.

«Per lavorare a certi livelli devi avere una certa cultura. Per esempio, i numeri sono importanti nella gestione di un giocatore, così come la psicologia. Devi saper leggere le sfumature. Ad alto livello si vince sui particolari. Personalmente, mi piace conoscere e capire i coach più esperti. Sicuramente – prosegue – più vai avanti e meno certezze ci sono. Ogni due anni il tennis cambia in qualcosa, con i metodi di allenamento e di gestione in continua evoluzione. Tra i coach, vedo molto più preparati gli allenatori degli under. Almeno l’80-90percento di loro si informa, legge, studia, si aggiorna. Ad alti livelli, invece, ci sono più “venditori di fumo”. Un grosso giocatore, mediamente, non può essere un grande allenatore, proprio a livello psicologico. Perché il tennis è uno sport da singolo ed invece l’allenatore deve saper stare in secondo piano rispetto al tennista che segue. Per esempio, Claudio Pistolesi mi piace. E’ eclettico, ha grande cultura, ma essendo stato un grosso giocatore è un po’ “spigoloso”».

Parliamo un po’ di Anna Floris.
«Anna fa cinque ore di allenamento al giorno ed ora siamo arrivati ad un punto che “si sente male” se non le fa. Bisogna capire gli step di programmazione. Il nostro obbiettivo è la posizione 108 in classifica, quella che ti fa entrare direttamente nei tabelloni dei tornei del Grande Slam. Anna concluderà il 2008 avendo giocato trentotto tornei, stando dieci mesi fuori. Nel 2009, giocherà meno tornei, ma ci dedicheremo maggiormente al ranking. Punteremo all’ingresso negli Australian Open, anche se non era nelle nostre mire. Ora stiamo curando prima l’aspetto tattico e poi quello tecnico-fisico. L’ho testata sotto stress ed ha risposto bene. Il primo lavoro da fare è farle capire sempre che lei, tennisticamente, non ha ventisei anni, ma che è ancora un’Under 16 in formazione».

Paolo Ricci, da amante del tennis e da addetto ai lavori, qual è il tuo obbiettivo professionale?
«Aprire un circolo dove si possano trovare tutti i gradi e tutte le categorie. Dal mini-tennis ai giocatori professionisti».

Nella foto: Paolo Ricci
Commenti



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)