Il giovane toscano ha raggiunto la finale del torneo appena concluso ad Alghero, in coppia con Uros Vico ed ora gioca il Challenger di Napoli
ALGHERO – Pietro Fanucci, ventenne tennista toscano, ha disputato la finale degli Internazionali di Alghero. E’ un giocatore tecnicamente divertente da vedere e non fa mancare in campo qualche momento di colorito nervosismo. Fuori dal campo è invece la grande timidezza che colpisce in questo giovane, sicuramente ben educato.
Proprio quest’anno ha raggiunto la sua miglior classifica in singolare, al numero 1251, mentre attualmente è 1278esimo. Decisamente migliore il suo best ranking in doppio, il 592esimo posto ottenuto in questa stagione, contro la attuale 693esima. Dopo le tre semifinali raggiunte del 2006 (Olbia, Piombino e Porto Torres), le tre del 2007 (Bolzano, Este-Padova e Sassari), nel 2008 sono arrivate tre vittorie (Baku, Panama e Santa Tecla), due finali (oltre ad Alghero, quella di Roma) e la semifinale a Guatemala City.
Qual è la superficie su cui ti trovi meglio e qual è il tuo colpo preferito?
«Me lo chiedo anch’io ancora. Mi alleno quasi sempre sulla terra, tranne un po’ d’inverno, quando mi alleno sul veloce. Terra battuta o cemento non mi cambia granché. Col dritto sono più incisivo, anche se mi piace di più il rovescio».
A che età hai iniziato a giocare a tennis?
«Ho iniziato molto presto. Il primo corso l’ho fatto a sei anni, a Firenze. I miei genitori e mia sorella giocavano a tennis ed ho iniziato anch’io».
Essere figlio di un ex tennista, aiuta o è uno svantaggio?
«Beh, a volte hai delle agevolazioni, altre volte qualcuno sta sempre lì a dire “Ah, Fanucci, il figlio di Fabrizio…”»
Tennisticamente e caratterialmente assomigli a tuo padre?
«Non l’ho mai visto giocare. Caratterialmente siamo uguali, entrambi nervosi».
Dopo Alghero, proseguirai con i Futures sardi?
«No, forse gioco nel tabellone di doppio del Challenger di Napoli. Poi basta tornei ed inizio la preparazione».
Effettivamente Pietro è a Napoli, ma oltre al doppio, dove in coppia con Daniele Bracciali sfiderà Alberto Brizzi e Paolo Lorenzi per un posto nei quarti di finale (dove già attendono l’azzurro Antonio Maiorano ed il bosniaco Ismar Gorcic), gioca anche il singolare. Grazie ad una wild card è entrato in tabellone ed ha battuto 0-6 7-6 6-2 Federico Luzzi, che lo scorso anno fece il suo ritorno in Coppa Davis proprio sul centrale del Tennis Club Alghero. Negli ottavi di finale, Fanucci incontrerà l’argentino Martin Vassallo Arguello, testa di serie numero tre del seeding, che nel turno d’esordio ha eliminato l’italiano Giancarlo Petrazzuolo.
Parteciperai ai campionati a squadre?
«Quest’anno ho giocato la Serie B col Tc Castellazzo Parma e penso di restare lì anche l’anno prossimo».
Qual è il tuo obbiettivo per il 2008?
«Ormai i tornei sono finiti. Sinceramente pensavo di fare meglio quest’estate. Il mal di schiena mi ha condizionato e sono anche stato fermo un mese».
Qui ad Alghero sei venuto con tuo padre, Bracciali, Dell’Acqua e Vico. Viaggi sempre con loro?
«Ultimamente si. Ma solitamente giro da solo o con Giorgini, Simoni e Deighton, che si è allenato un paio d’anni a Firenze».
Che studi hai fatto?
«Ho preso la Maturità Scientifica lo scorso anno e nel 2009, a settembre, dovrei andare al College, a Miami. Ma non è ancora sicuro».
Nel tempo libero, quando non hai la racchetta in mano, cosa fai?
«Esco un po’ a Firenze con gli altri. Poi ascolto tutta la musica, anche se, visto che devo andare negli Stati Uniti, mi sto preparando e sto ascoltando molto hip hop e rap. Mi piace anche la musica disco».
Nella foto: Pietro Fanucci
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