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Sassari NewsnotiziealgheroSportTennis › Tennis: Erik Crepaldi, la forza della Fede
Antonio Burruni 16 settembre 2008
Tennis: Erik Crepaldi, la forza della Fede
Il giovane vercellese inizia la sua scalata alla classifica mondiale, ed unisce all’allenamento fisico un percorso di vita legato profondamente alla religione


ALGHERO – Una delle novità più fresche che arrivano dal tennis italiano è sicuramente Erik Crepaldi. Il diciassettenne vercellese è attualmente numero 1320 della classifica mondiale di singolare, mentre in doppio, dopo la semifinale nel Future di Piombino, è 1423esimo. E’ entrato nel main draw del Future di Alghero grazie ad una wild card. Erik, entusiasta del suo momento, racconta gli ultimi tornei disputati.

«Ho fatto i primi punti a Piombino, sia in singolare che in doppio. Poi, durante il Challenger di Genova, ho perso 6-1 al terzo con uno molto più avanti di me in classifica. Ho giocato bene il primo set, poi si è fatta sentire la fatica mentale e non sono riuscito a sfruttare alcune occasioni. Poi, a Porto Torres, dalle qualificazioni sono arrivato in semifinale, giocando bene sulla mia superficie preferita. Ci sono tante situazioni diverse e mi fa piacere stare in campo. Il veloce esalta il mio gioco, rende le palle più penetranti, soprattutto sul servizio. Sono contento per essere arrivato in semifinale. In quella gara non ho patito la tensione, ma ho fatto alcuni errori in momenti dove mi è mancata l’abitudine a certe cose. Avrei dovuto fare qualcosa in più, sono stato poco deciso a rete, mi sono “mangiato” palle importanti. Ora, l’obbiettivo è cercare di mettere il naso nei Challenger. La strada è lunga. Nove punti non sono pochi, ma devo farne ancora. Bisogna fare sempre di più».

Rispetto alla maggior parte dei tennisti del circuito, tu sei un po' più "piccolino".
«E’ vero, ho un fisico più minuto ed “esile”, ma la palla va. Il tennis che ho cercato di creare con mio padre, è basato sulla velocità, un dono di Dio che ringrazio ogni giorno. Devo sviluppare l’aggressività, riducendo i tempi di reazione. Devi sentirle, certe cose non vanno allenate, ma seguite. Quando sei in campo, vai molto d’istinto, devi “sentire il gioco” e quando non lo senti, lo devi cercare. Così, pian piano ritrovi il ritmo. E’ una situazione più mentale che fisica».

Nelle tue parole si avverte un legame molto forte con la parte più legata all'anima. Sei religioso?
«Credo in Dio, ho avuto tante conferme per uscire da un brutto periodo. Senza l’aiuto di Gesù e della Fede, non si esce da certe situazioni. Metti in piano quello che ti ha dato. Ora ho fatto un quarto ed una semifinale, ma prima ho preso tante stangate, ed altre ne prenderò ancora. Lui ti da un appoggio verso la strada giusta. In campo non sono mai da solo».

La religione influisce anche sul tuo look?
«I capelli li ho tagliati per l’ultima volta in Australia. In serata, forse, taglierò la barba. Il codino, invece, l’ho fatto crescere perché mi piaceva Roberto Baggio».

Quali sono i tuoi programmi dopo questo torneo?
«Giocherò ancora ad Olbia, a Sassari ed a Cagliari. Dato che sono qua, giochiamoli. Spero di fare tante partite, prendere confidenza e salire in classifica. Contro una sconfitta non ci puoi far niente. Puoi solo imparare».

Quali obbiettivi hai per il 2008?
«Vorrei chiudere l’anno nei primi settecento. Dopo la Sardegna, magari giocherò in Svizzera e Francia, dove si gioca sul veloce indoor. Avere punti aiuta ad entrare nei tabelloni. Ma devo ancora lavorare molto fisicamente. Sono già aumentato sia di potenza che di velocità. Lui ha messo tutti i tasselli al posto giusto».

Nella foto: Erik Crepaldi
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