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Cor 12:44
Ethno’s dedica il weekend alle donne
Dalla musica con Denise Gueye e dalla poesia con Claudia Crabuzza, fino al palco con Debora Villa. Appuntamenti il 21 e 22 novembre tra Martis e Laerru


MARTIS - Libertà e liberazione: sono parole che acquistano un forte peso specifico in contesti come quello della Seconda guerra mondiale, al centro quest’anno del festival in occasione dei 100 anni dall’inizio della dittatura fascista e degli 80 anni dalla Liberazione. È a questo tema – più che mai attuale, alla luce dei tanti conflitti accesi nel mondo, e aperto a molteplici chiavi di lettura – che sono stati dedicati gli appuntamenti del fine settimana appena trascorso della quinta edizione del Festival Letterario Ethno’s. Venerdì, durante l’incontro promosso da AIPD (Associazione Italiana Persone Down) Gallura sulla follia dell’eugenetica, è stato ricordato ciò che le persone con disabilità intellettiva subirono sotto il fascismo: discriminazioni, sterilizzazioni di massa e negazione dei diritti, frutto dell’idea di “razze superiori” e “inferiori”. Oggi sensibilizzare su questi temi è fondamentale per affermare il valore unico di ogni individuo e promuovere una società realmente inclusiva, basata sul rispetto della dignità di tutte e tutti.

A seguire, la collaborazione con la Società Umanitaria di Alghero ha permesso di portare a Martis la narrazione teatrale sulla vita di Marisa Musu - nome di battaglia "Rosa" - partigiana di origini sarde alla quale è intitolata la sezione ANPI di Alghero. Attraverso il racconto di Nadia Rondello e le letture di Giusy Salvio e Giovanni Oliva, si è ricostruita la vita di una donna insignita della medaglia d’argento al valor militare: una storia che si intreccia con la Storia d’Italia segnata dal buio del Ventennio fascista. Sabato Ethno’s si è aperto con una sezione curata dall’Istituto Camillo Bellieni, punto di riferimento nello studio e nella diffusione della lingua sarda, con “Martis in poesia”, rassegna attiva da sette anni che nelle ultime edizioni ha avviato una stretta collaborazione con Ethno’s ed è oggi inserita nel cartellone del festival. Al Museo Paleobotanico, Daniela Masia Urgu e Lucia Sechi, in un incontro svolto interamente in sardo hanno proposto un doppio percorso sul rapporto tra guerre e lingua, riflettendo su ciò che i conflitti lasciano nelle parole e nell’identità dei popoli. Nel secondo incontro, anch’esso interamente in lingua sarda, Peppe Corongiu e Immacolata Salis hanno discusso dell’ultimo libro dello studioso, dal titolo “Gherras”. Corongiu ha affrontato temi come la violenza sulle donne e il funzionamento dei poteri imperiali, sottolineando l’importanza di portare il sardo in nuovi ambiti narrativi, dalla distopia alla fantascienza.

A chiudere la giornata, l'atteso spettacolo di Roberto Mercadini che, accompagnato dalle musiche di Dario Giovannini, ha presentato il suo celebre monologo “Little Boy”, raccontando la storia incredibile (ma purtroppo vera) della bomba atomica. Una narrazione capace di tenere insieme ironia e orrore, come lo yin e yang del Taijitu, offrendo un racconto in parte noto ma sempre potente: le oltre 160.000 vittime ricordano la tragedia e il monito a non ripetere gli errori del passato. La storia può sempre prendere un’altra direzione. L'ineluttabilità degli eventi spesso non è altro che inerzia e mancanza di scrupoli morali. Lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito nella sala del centro polivalente dedicato a Vincenzo Migaleddu. Al termine, Mercadini si è intrattenuto con il pubblico per il firmacopie e, come ha scherzato lui stesso, “per un selfie, o una parola, possibilmente buona!”. L’autore ha poi dedicato sui suoi seguitissimi canali social parole lusinghiere al festival e alla capacità di una comunità così piccola di creare un evento di spessore mantenendo umanità, autenticità e grazia. Parole sincere, se è vero che sul palco sia lui che il chitarrista Dario Giovannini hanno regalato una performance intensa, decisamente al di sopra della media e non “di mestiere”.

Intenso anche l’appuntamento di domenica, con la trasferta del festival ad Alghero, nei locali di Lo Quarter, ancora una volta in collaborazione con la Società Umanitaria – Cineteca Sarda – per un lungo pomeriggio dedicato a Edith Bruck: scrittrice, poetessa, regista, sopravvissuta e testimone dell’Olocausto. L’incontro è stato condotto dalla professoressa Gavina Cherchi, docente di Estetica dell’Università degli Studi di Sassari, con Edith Bruck in collegamento da Roma. Sempre lucida e generosa, l’autrice ha regalato pennellate emozionanti di ricordi, rievocando episodi e figure della sua vita: dalla voce “come una pugnalata” della “donna dal cappotto verde” – la Kapò di Auschwitz, antagonista del suo primo romanzo, ripubblicato oggi da La nave di Teseo – agli occhi di Emilio Lussu, che ebbe il privilegio di conoscere, come tante altre figure chiave della cultura italiana ed europea del Novecento che le sono passate accanto.
Nel suo intervento l'autrice ha ribadito la necessità della memoria, che la accompagnerà come un dovere fino all’ultimo giorno, un dovere nei confronti di chi non è sopravvissuto e un prezzo da pagare per il fatto di essere sopravvissuta, così come l’impossibilità del perdono, perché “ognuno deve fare alla fine i conti con la propria coscienza”. La conversazione si è conclusa con altri aspetti meno noti della sua persona e della sua produzione, come il suo speciale rapporto con la Sardegna. L’incontro è stato infatti occasione per proiettare il suo film Quale Sardegna? progetto realizzato per la Rai negli anni ’80 e che sarebbe riduttivo descrivere come un documentario sulle orme di Sea and Sardinia di D. H. Lawrence. Un’opera anomala, lucida e non consolatoria, pressoché inedita: mai più proiettata dopo la messa in onda da parte della Rai nel 1984.

Ethno’s dedica questo fine settimana alle donne. Il 21 novembre, a Martis, va in scena “La signora canta il blues”, recital su Billie Holiday con la cantante Denise Gueye e Maurizio Pulina al pianoforte, tratto dall’omonimo libro che racconta la storia di una donna che si afferma in un mondo dominato dagli uomini. Il 22 novembre, a Laerru, Claudia Crabuzza presenta il libro “L’eredità delle donne di Casa Lussu”, che esplora il rapporto tra Joyce Lussu e Giovanna Serri, tra saggio e narrazione. Sempre il 22, a Martis, lo SBANGL propone il reading “Parole ed opere di donne sarde resistenti”, seguito dallo spettacolo di Debora Villa “Viva le donne”, che, tra risate e riflessioni, analizza la condizione femminile dai tempi passati a oggi, affrontando temi come misoginia e violenza di genere. Ethno’s Festival Letterario è organizzato dall’Associazione Elighe, con il contributo della Regione Sardegna, della Camera di Commercio di Sassari (inserito nel programma Salude&Trigu), dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, e del Comune di Martis. Per informazioni e prenotazioni sugli eventi del Festival, scrivere a ethnosfestival@gmail.com o contattare Francesca al +39 349 066 0196 e Davide al +39 371 778 7565.
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