Sassari News
Notizie    Video   
NOTIZIE
Sassari News su YouTube Sassari News su Facebook Sassari News su Twitter
Sassari NewsnotiziesardegnaAmbientePesca › Da Alghero a Olbia: le ostriche sarde in un documentario
S.A. 10:53
Da Alghero a Olbia: le ostriche sarde in un documentario
Da Cagliari a Muravera, da Tortolì a San Teodoro, Olbia, La Maddalena, Porto Pozzo, Alghero, Arborea: i luoghi dove si coltivano ostriche nell´Isola nel documentario “Ostriche di Sardegna. Produzione, ricerca e innovazione” ideato e prodotto da Sardegna Ricerche


CAGLIARI - “Ostriche di Sardegna. Produzione, ricerca e innovazione” è il titolo del documentario ideato e prodotto da Sardegna Ricerche, l’Agenzia regionale per la promozione della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico, che sarà presentato mercoledì 19 novembre alle ore 17:00 a Sa Manifattura, via Regina Margherita, 33 a Cagliari. «Il settore dell’ostricoltura sarda rappresenta un esempio concreto di come la ricerca e l’innovazione possano generare sviluppo sostenibile, valorizzando al tempo stesso le competenze locali e le risorse ambientali del territorio» – dichiara Carmen Atzori, Direttrice Generale di Sardegna Ricerche.

Create dall’acqua, dal sole e dal vento, e allevate dalle mani sapienti di appassionati pescatori, le ostriche della Sardegna hanno raggiunto negli anni livelli indiscussi di alta qualità e gusto. Un percorso costellato di successi verso i mercati internazionali, sostenuto da Sardegna Ricerche e raccontato per la prima volta in un documentario scientifico divulgativo scritto e diretto da Davide Melis attraverso le testimonianze degli ostricoltori sardi. Circa un’ora di esperienze di vita e di vere professionalità ricco di immagini straordinarie del lavoro in acqua tra gli ambienti affascinanti che fanno da cornice agli impianti di ostricoltura della Sardegna. Da Cagliari a Muravera, da Tortolì a San Teodoro, Olbia, La Maddalena, Porto Pozzo, Alghero, Arborea. Luoghi di assoluto fascino dove gli allevamenti di ostriche non solo vivono un perfetto equilibrio tra crescita economica, rispetto per l’ambiente e valorizzazione del territorio ma diventano anche strumento prezioso per la tutela degli habitat marini e lagunari.

Oggi in Sardegna, terra particolarmente vocata per l’ostricoltura con i suoi 10mila ettari di lagune, si contano circa 500 ettari di impianti. La produzione ostricola si aggira su oltre 230 tonnellate all’anno (nel 2018 era di 5 tonnellate) con una crescita esponenziale che riguarda non solo la quantità ma soprattutto l’elevata qualità del prodotto. Un’evoluzione che ha interessato le cooperative di ostricoltori sardi, guidata da Sardegna Ricerche che dal 2015 ha avviato progetti innovativi e di avanguardia, come ad esempio OstrInnova, vera artefice della grande svolta del comparto, fornendo nuove opportunità di sviluppo compatibile. Sardegna Ricerche, con la collaborazione della Fondazione IMC di Torregrande, ha creato una robusta rete di relazioni tra ostricoltori e centri di ricerca, università sarde e gli enti regionali Agris e Laore. Sono state ottimizzate le tecniche di allevamento, valorizzando produzioni sostenibili delle ostriche. Si è passati da pratiche tradizionali di allevamento come le poches galleggianti ovvero ceste flottanti (molto utilizzati in Francia) a sistemi più innovativi ed efficaci come le Ortac, attrezzi realizzati per sfruttare il movimento dell’acqua (quello creato da onde, maree e correnti) così da tenere in movimento gli animali favorendo una distribuzione uniforme degli alimenti e del plancton dentro le ceste. E poi il Flip Farm System, mutuato dalla Nuova Zelanda, che supporta il lavoro manuale mantenendo un’ottima qualità dell’ostrica. Una visione ampia e lungimirante, quella delineata da Sardegna Ricerche, che pone le basi per un modello sardo capace di affermarsi come riferimento di eccellenza a livello internazionale.

La produzione e il consumo di ostriche in Sardegna, come nel resto d’Europa, interessa in particolare due specie, la Crassostrea gigas, chiamata anche ostrica concava e la Ostrea edulis, ostrica piatta. La C. gigas, è originaria delle coste della Corea e del Giappone, ma negli anni è stata esportata in varie parti del mondo per l’allevamento, in quanto è caratterizzata da un’elevata velocità di crescita e un’ottima adattabilità a diverse condizioni ambientali. Oggi viene considerata una specie cosmopolita, quindi diffusa e presente in tutto il mondo. La O. edulis è una specie nativa europea, è presente in gran parte delle coste del Mar Mediterraneo. Nonostante sia molto più apprezzata sul mercato rispetto alla C. gigas, il suo allevamento è meno praticato in quanto si adatta meno facilmente alle variazioni delle condizioni ambientali, ha una crescita più lenta ed è più soggetta a morir dovute a malattie causate da patogeni o cattiva gestione. Tra gli obiettivi del progetto OstriInnova, oltre alla possibilità di individuare nuovi siti potenzialmente idonei per l’ostricoltura sarda anche quello di valutare la possibilità di rilanciare la produzione dell’ostrica autoctona mediterranea per diversificare le produzioni di acquacoltura e offrire una valida alternativa all’ostrica concava.
Commenti
18:16
I marittimi interessati potranno presentarsi entro le ore 10 del 17 novembre presso l’Ufficio Armamento e Spedizioni dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alghero, in via Eleonora d’Arborea
12/11/2025
Unci AgroAlimentare, Scognamiglio: confermata ripresa pesca a dicembre, boccata di ossigeno per lavoratori e imprese



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)