Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil di Sassari si battono contro il fenomeno del precariato occupazionale e chiedono selezioni e concorsi nel nord Sardegna nel comparto sanitario
SASSARI - Da sempre Funzione Pubblica Cgil, Cisl e Uil di Sassari si battono contro il fenomeno del precariato occupazionale, «e in maniera più intensa, da quando la pandemia ha preso il sopravvento nelle nostre comunità, dove, a causa dell’aumento significativo dei bisogni di salute legati all’emergenza covid, il sistema sanitario regionale e di conseguenza le direzioni strategiche delle aziende sanitarie, sono dovuti ricorrere ad una modalità di reclutamento straordinario di personale precario e flessibile».
«Per questa ragione - fanno sapere i sindacati - ed in più occasioni abbiamo rappresentato a vari livelli (politico ed amministrativo) l’esigenza di modificare la DGR del 2010 (dotazione minima di personale) poiché detti requisiti, rapportati alle attuali caratteristiche assistenziali, non garantiscono il regolare funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali». Se alcuni giorni fa l’Arnas Brotzu e l’Aou di Cagliari hanno bandito un concorso “unificato” a tempo pieno ed indeterminato, rivolto ad una serie di categorie professionali del ruolo tecnico, socio sanitario ed amministrativo, nel nord Sardegna tutto tace.
«In altre parole, le aziende del sud sono autorizzate a bandire concorsi e selezioni, al nord invece nulla di tutto questo, tant’è che l’incidenza sulle percentuali tra dipendenti a tempo indeterminato e con contratti precari e/o flessibili è di gran lunga superiore» spiegano le organizzazioni dei lavoratori che forniscono qualche numero: l'Aou di Sassari ha in carico circa 245 rapporti di lavoro somministrato (interinali), di cui 179 operatori socio sanitari e 66 infermieri; tra Aou e Asl di Sassari invece i rapporti di lavoro e tempo determinato superano abbondantemente le 500 unità;
I sindacati chiedono la stabilizzazione occupazionale e «pretendono, dall’Assessore regionale alla sanità e dalle Direzioni strategiche di ASL ed AOU, interventi immediati che determinino, anche nel nostro territorio, la possibilità per i tanti (troppi) precari di una stabilità occupazionale. Tutto questo deve avvenire attraverso l’utilizzo di misure di reclutamento ordinarie, finalizzate a sanare tutta quella serie di rapporti di lavoro, che cosi come avviene per le aziende del sud Sardegna, permettano anche ai lavoratori del nostro territorio, di veder riconosciuta la continuità occupazionale, con il ricorso alle procedure di stabilizzazione, selezione e/o concorso».
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