Questo uno dei dati emersi durante il dibattito svoltosi a Cagliari dal titolo "Libertà di Informazione, Caso Italia, provincia Sardegna"
Non sapevamo di avere in Sardegna tanti difensori in nome della libertà d’informazione. L’altro ieri a Cagliari emerso chiaramente durante il dibattito pubblico "Libertà di Informazione, Caso Italia, provincia Sardegna", coordinato dal giornalista della Rai Ottavio Olita, presenti oltre al candidato alla Regione Renato Soru, anche Michele Santoro e Giuseppe Giulietti, esponente Ds e ex presidente UsigRai. L’accusato numero uno , manco dirlo è stato Silvio Berlusconi, ma sul banco degli imputati sono finiti soprattutto i giornalisti, quelli italiani ed in particolare i sardi. La colpa? Tutti zerbini davanti al padrone editore, avvezzi ad appiattire le notizie per non dispiacere i signori della politica. Niente di nuovo, niente che chi opera nel settore non sapesse, quel che non si accetta e dire che un giornalista fa cattiva informazione.
Al Teatro Alfieri di Cagliari tre ore e mezzo del dibattito hanno tenuto desta la platea presente. Movimenti, la Carovana della pace, molti giornalisti Rai e il popolo della sinistra, interviene spesso con applausi o disapprovando, specie quando viene messo in discussione il contratto giornalistico non ancora sottoscritto a Tiscali, per coloro che fanno informazione sul Portale di mister Soru.
"Occorre una alternativa a Berlusconi - dice Santoro - Una tv pubblica vera. Il problema non è quantitativo, ma qualitativo. Il presidente del Consiglio oggi è in grado di imporre i temi che vanno trattati." Dunque no alla legge Gasparri, no al monopolio dell´informazione e no ai programmi spazzatura, ma soprattutto no al condizionamento mediatico. "L´uomo viene cancellato - dice ancora Santoro - i nostri problemi cancellati". E la realtà sarda? "Soru - secondo Santoro - è l´imprenditore più interessante che il paese abbia, il problema del conflitto di interessi non si pone se non in maniera rovesciata. Soru ha dato tanto alla Sardegna, Berlusconi ha preso tanto dall´Italia." Mentre Soru prende la parola con tanto di ovazione, i giornalisti sardi vengono messi sulla gogna: cattiva informazione, falsa testimonianza, accusati nascondere i fatti, vittime di editori che pensano ai loro interessi e guidati dalle forze politiche. Nessuno però dice della precarietà di molti giornalisti, costretti a lavorare a condizione. Come sempre tante belle parole l’altro ieri, ma nessuna proposta e nessuna colpa da confessare. Sogni venduti questa volta anche dalla sinistra.
Dall´uno e dall´altro polo altro non chiedono che tutelarci. Potenza delle elezioni: almeno ci sentiamo coccolati, poveri noi!
Ecco in scena il centrodestra con una mozione presentata da Forza Italia, An, Riformatori e Pps, “sulla tutela del pluralismo e la difesa dell´imparzialità dell´informazione”. A illustrare il provvedimento ai giornalisti, cronisti e oggetto di tutela, ecco schierati i paladini della libertà: Pietro Pittalis, Giorgio Corona, Bruno Murgia, Silvestro Ladu e Giorgio Balletto. Mai citato esplicitamente ma più volte evocato Renato Soru, reo di avere avuto un atteggiamento irriguardoso e di avere messo in atto “azioni di intimidazione nei confronti di giornalisti delle testate dell´Isola”.
Recentemente Soru aveva puntato il dito contro la stampa sarda, accusandola di manipolare le notizie che lo riguardavano. Dichiarazioni che, a quanto pare, hanno causato lo sdegno della maggioranza che l’ha portata “ad esprimere la propria contrarietà alla prosecuzione di ogni azione che svilisca il pluralismo dell´informazione e a stigmatizzare tutti i tentativi di condizionare il lavoro dei giornalisti sardi, da sempre impegnati a seguire con professionalità e imparzialità le vicende della politica”.
Insomma siamo sotto tutela e siamo tranquilli, quello che ci preoccupa è che sia da sinistra che da destra ora sentono il bisogno di comunicarcelo così esplicitamente, fino a quando non si sa. Dopo le elezioni si dimenticheranno di noi, piegati dal potere e incapaci di trasmettere verità!
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