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Red 25 giugno 2020
Operazione Andromeda: tre arresti per truffa
Le Fiamme gialle della seconda Compagnia di Cagliari hanno concluso un’indagine all’esito della quale tre professionisti, operanti nel settore degli investimenti mobiliari, sono stati posti agli arresti domiciliari per i reati di truffa aggravata ed abusivismo bancario, con l’aggravante della transnazionalità delle condotte delittuose


CAGLIARI - Le Fiamme gialle della seconda Compagnia di Cagliari hanno concluso un’indagine all’esito della quale tre professionisti, operanti nel settore degli investimenti mobiliari, sono stati posti agli arresti domiciliari per i reati di truffa aggravata ed abusivismo bancario, con l’aggravante della transnazionalità delle condotte delittuose. L’indagine, condotta sotto la direzione della locale Autorità giudiziaria, muove i suoi passi da una querela presentata da un cittadino ritenutosi truffato, perché gli erano stati proposti investimenti finanziari in fondi esteri con una società svizzera, per il tramite di un avvocato cagliaritano, con promessa di un'elevatissima remunerazione di fatto non mantenuta. Le indagini condotte dai finanzieri si sono concentrate dall’inizio sull’individuazione di altri potenziali truffati che fossero collegabili al denunciante ed al professionista: sono stati così individuate ulteriori tre persone, residenti nella provincia di Cagliari, anch’esse vittime della stessa truffa con le stesse modalità.

Lo schema fraudolento ricostruito ruotava intorno ad un sodalizio composto da tre professionisti: un avvocato del Foro di Cagliari e due intermediari finanziari, questi ultimi residenti in Veneto ed ognuno rappresentante di società estere con sedi, rispettivamente, in Svizzera ed in Slovacchia. Le vittime del raggiro venivano convinte della possibilità di beneficiare di facili e veloci guadagni attraverso la sottoscrizione di contratti di investimento in fondi esteri con le società estere. A fronte dell’iniziale collocamento di denaro, i truffati ricevevano effettivamente dei primi guadagni, attraverso rientri di capitale, tali da indurli a credere nella bontà dell’investimento effettuato. La circostanza produceva, nei confronti degli artefici della truffa, un duplice beneficio: l’incremento della somma investita ed un feedback positivo, tale da far sì che altri soggetti potessero legarsi alla catena fraudolenta degli investimenti. Successivamente, però, le somme fornite non venivano più investite in prodotti finanziari, ma rimanevano nella disponibilità degli ideatori del meccanismo censurato, i quali ne beneficiavano esclusivamente per proprie esigenze, venendo meno all’impegno assunto.

Dopo i primi riscontri, l’Autorità giudiziaria ha disposto l’esecuzione di perquisizioni locali nei confronti dei tre coinvolti e l’analisi dettagliata dei supporti informatici e della documentazione sequestrata, che ha consentito ai finanzieri di individuare complessivamente ventisette truffati con le stesse modalità, di cui nove residenti nella provincia di Cagliari, che nel tempo avevano effettuato bonifici a vantaggio degli indagati per una somma complessiva quantificata in un milione di euro. Delle ventisette vittime del meccanismo fraudolento, sette sono risultati essere ultrasettantenni. A conclusione delle indagini, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, le tre persone coinvolte nel sistema fraudolento sono state sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
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