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Red
1 giugno 2019
Rinvio a giudizio per 82 Sconvolts
La Procura della Repubblica del Tribunale di Sassari ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio a carico di ottantadue appartenenti al gruppo ultras del Cagliari calcio per i gravi disordini commessi a Sassari il 25 marzo 2017, in occasione dell’amichevole Sorso-Cagliari disputato a Sorso

SASSARI - La Procura della Repubblica del Tribunale di Sassari ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio a carico di ottantadue appartenenti al gruppo ultras del Cagliari calcio denominato “Sconvolts” per i gravi disordini commessi a Sassari il 25 marzo 2017, in occasione dell’amichevole Sorso-Cagliari disputato a Sorso. Le richieste sono state avanzate al termine di lunghe ed articolate indagini svolte dalla Digos di Sassari in sinergia con la Digos cagliaritana e coordinate dalla locale Procura. I reati contestati sono particolarmente gravi: devastazione e saccheggio in concorso, con l’aggravante del numero delle persone, lesioni anche gravi ed il possesso di artifizi pirotecnici ed altri oggetti contundenti ed atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive. Per sessantaquattro ultras, inoltre, il questore di Sassari, subito dopo gli scontri, aveva adottato il provvedimento amministrativo del Daspo con durata da quattro a sei anni.
Il 25 marzo 2017, circa 180 ultras cagliaritani affiliati alla cosiddetta frangia degli Sconvolts, diretti a Sorso a bordo di tre pullman per assistere alla partita, avevano poi deciso di fermarsi in Via Padre Zirano, vicino alla stazione ferroviaria di Sassari, essendo poi emerso nel corso delle indagini che questa sosta rifletteva in realtà un piano ben preciso il cui fine era quello di devastare, saccheggiare ed aggredire in modo indiscriminato e senza alcun ritegno chiunque transitasse nel centro cittadino sfruttando il cosiddetto “effetto sorpresa”, ben sapendo che l’area del centro storico è notoriamente frequentata dalle frange ultras della tifoseria sassarese. E’ peraltro nota l’atavica rivalità tra la tifoseria cagliaritana e quella della Torres, che già in passato era sfociata in violenti scontri. Una volta scesi dai pullman, gli ultras cagliaritani avevano iniziato a marciare in modo compatto e completamente travisati verso la stazione, esplodendo bombe carta ed accedendo fumogeni durante il breve tragitto. Una volta raggiunta l’area antistante lo scalo ferroviario, muniti di mazze, bastoni, catene ed aste portabandiera, avevano iniziato ad aggredire con inaudita violenza i cittadini presenti in zona e ad innescare dei tafferugli tali da paralizzare completamente il traffico, compresi i mezzi di trasporto pubblico.
La notizia di un fatto così eclatante si era subito diffusa richiamando numerosi sostenitori torresini accorsi dal vicino centro storico per affrontare i tifosi avversari. La drammaticità dello scenario venutosi a creare, testimoniata anche da numerose chiamate concitate pervenute al 113 per atti di vandalismo ed aggressioni, aveva reso necessario il ricorso a cariche di alleggerimento ed all’utilizzo di lacrimogeni per tenere separate le due tifoserie rivali e scongiurare il rischio di danni ben più gravi alle persone. Solo la predisposizione da parte degli agenti di Pubblica sicurezza in tenuta antisommossa di un adeguato cordone di sicurezza aveva impedito che la folla, venutasi a creare davanti al piazzale della stazione dove erano stati fatti raggruppare gli Sconvolts, potesse tentare un’incursione per giungere allo scontro con quest’ultima tifoseria. Con grande difficoltà, gli ultras cagliaritani erano stati poi fatti salire sui mezzi in modo da farli allontanare velocemente dal teatro degli scontri. Il clima di forte tensione in cui si erano svolte le operazioni di “alleggerimento” e di deflusso, non aveva permesso di identificare sul posto i numerosi autori dei gravi illeciti commessi, molti dei quali peraltro travisati, pertanto per l’identificazione dei responsabili si era rivelata fondamentale la sinergia operativa con la Digos di Cagliari che, una volta fermato il convoglio sulla Strada statale 131 in prossimità del capoluogo dopo che era ripartito da Sassari, era riuscita ad identificare sessantaquattro ultras (di cui due minorenni) ed a sequestrare varie aste rinforzate ed artifizi pirotecnici, nonché diverse dosi di sostanza stupefacente rinvenute a bordo dei pullman.
Il pesante bilancio della giornata di scontri era stato di diversi feriti sia tra i cittadini, sia tra le Forze dell’ordine, dovendosi aggiungere anche il danneggiamento di strutture (panchine, muretti, ecc) di proprietà del Comune. Per la ricostruzione dei fatti nelle sue varie fasi (dall’organizzazione del viaggio fino all’identificazione dei tifosi di rientro a Cagliari) e per l’individuazione delle responsabilità ci si è avvalsi dell’analisi dei tabulati telefonici e delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza del Comune di Sassari presenti nei luoghi dei disordini, delle riprese della Polizia Scientifica, nonché dei contributi offerti da vari video amatoriali postati su internet; materiale che è stato esaminato con la massima attenzione dal personale della Digos di Sassari in un contesto di reciproca e costante sinergia informativa con l’omologo Ufficio del capoluogo. Di assoluta utilità investigativa si era rivelato anche il contributo offerto dalla comunità, espresso dalle numerose denunce/querele e dalle preziose testimonianze dei cittadini raccolte in seguito agli scontri, che hanno permesso, insieme alla visione dei filmati e ad altre fonti di prova, di risalire agli ottantadue indagati colpiti dalle odierne richieste di rinvio a giudizio.
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