Difficile ipotizzare una nuova proroga per la situazione stagnante dei libri contabili in Sogeaal. Improbabile un'offerta dei privati (l'f2i) senza il pronunciamento della Commissione europea: due settimane di impasse per lo scalo, alle prese anche con la decisiva "partita" Ryanair
ALGHERO - Meno dieci giorni alla scadenza della proroga per la privatizzazione dell'aeroporto di Alghero. E' la sesta in poco più di un anno e non si può con certezza affermare che sarà l'ultima [
LEGGI]. Difficile, tuttavia, ipotizzare un ulteriore rinvio per la situazione stagnante dei libri contabili in Sogeaal, società che gestisce lo scalo, e ancora in attesa di essere ricapitalizzata dalla Regione (unica proprietaria). Ma è altrettanto improbabile che si faccia avanti un'offerta dei privati quando ancora non è arrivato l'atteso pronunciamento dalla Commissione Europea sulla procedura di infrazione per gli aiuti di Stato. Un
impasse che fa vivere queste due settimane con il fiato sospeso per il futuro prossimo del Riviera del corallo: lo spettro del fallimento e la revoca della concessione si fa strada, ancor più dopo le recenti dichiarazioni del presidente dell'Enac Vito Riggio [
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Se questo non bastasse, lo scalo algherese sta vivendo la sua stagione
horribilis anche sulle performance. Da due mesi conosce solo il segno negativo, dopo la cancellazione di 14 rotte da parte di Ryanair che ha pure annunciato la chiusura della base a partire da novembre. Per far cambiare idea al colosso irlandese ci vorrebbero i contributi non percepiti dalla società di gestione dal gennaio 2014 e la riduzione delle tasse aeroportuali aumentate lo scorso gennaio dal Governo (per rimpinguare un fondo da destinare ai cassintegrati, in buona parte Alitalia). Ma se sulle addizionali il ministro Delrio ha fatto sapere di procedere entro l'estate (con ritardo rispetto ai tempi previsti), sul fronte finanziamenti il contestato assessore regionale dei Trasporti Deiana (Pd) continua a trincerarsi dietro la risposta attesa dall'Unione Europea. Il resto è storia: uno scalo che precipita anche sui numeri delle presenze: oltre settantamila arrivi in meno tra aprile e maggio, un disastro.
La telenovela politica (perchè di questo trattasi) va avanti ormai da otto mesi, dal primo campanello d'allarme lanciato da
Alguer.it in data 20 novembre 2015 [
LEGGI]. Deiana solo qualche giorno fa ha cercato di correre ai ripari presentando una continuità territoriale in cui parla anche di continuità internazionale, promettendo 5 milioni di euro ad Alghero per incentivare le rotte low cost [
LEGGI]. Con un bando, ossia l'esatto contrario di ciò che avviene negli altri aeroporti italiani, dalla Puglia alla Lombardia, dove Orio al Serio (un esempio su tutti) con l'80% di collegamenti Ryanair è diventato il terzo scalo italiano. Di più: le ricette di Deiana e della sua giunta saranno applicabili non prima di un anno e mezzo. Il tempo per affondare un aeroporto e il territorio che si porta dietro.
Compreso un partito, quello Democratico [
LEGGI], sull'orlo ormai di una crisi d'identità sempre più drammatica. Già minato al suo interno per l'assalto alla segreteria dopo le dimissioni di Renato Soru, è da mesi sottosopra per le spaccature seguite alla gestione dell'
affair Ryanair. L'ultimo atto è la presa di posizione dei sindaci del nord ovest fino alla Barbagia, che proprio oggi si incontreranno ad Alghero insieme alle associazioni di categoria e ai sindacati per preparare una mobilitazione generale [
LEGGI]. Un'iniziativa che non piace all'esponente della giunta regionale che la fa rientrare tra «le vette dell'imbecillità». A parziale difesa dei primi cittadini interviene anche il consigliere regionale di minoranza Marco Tedde: «Deiana ha lanciato un guanto di sfida e, soprattutto, accusa ingiustamente di nefandezze i sindaci che seppur in fortissimo ritardo cercano di interpretare il loro ruolo. Altrettanto grave è che Deiana accusi i sindaci di “vette di imbecillità”: è un modo per andare allo scontro senza ritorno contro coloro che esprimono preoccupazione ed intervengono per tutelare il territorio, anche se lo fanno a tempo quasi scaduto. Il problema vero è che Deiana non ha i ritmi fisiologici che debbono innervare l’agire di un assessore regionale».