Questa volta, nel nostro consueto angolo, trova spazio il presidente del Tennis Club Alghero, circolo che, grazie anche all’odierno ripescaggio della compagine maschile, potrà schierare due formazioni nel campionato di serie C 2007
ALGHERO – Questa settimana sono poche le buone notizie dal mondo dello sport locale. Una è certamente il ripescaggio della formazione del Tennis Club Alghero nel campionato di serie C maschile. Ne approfittiamo per incontrare Andrea Sechi, presidente del circolo algherese da 17 anni.
Andrea Sechi, algherese, classe 1961, è da sempre nel mondo dello sport. Giocatore di tennis dall’inizio degli Anni Settanta, si è distinto anche in altri sport, come il nuoto e la pallanuoto nelle fila della Rari Nantes Alghero dal 1974 al 1985. Come dirigente, è presidente del Tennis Club Alghero dal 1990, membro del comitato regionale Fit dal 1996, è stato nella commissione allo sport del Comune di Alghero dal ’92 al ’96, membro del comitato tecnico regionale per lo sport come delegato del Coni dal 1999 al 2001 e componente della commissione nazionale campionati della Fit dal 1998 al 2002.
D: La notizia del giorno è il vostro ripescaggio in serie C.
R: «Questa notizia, apparentemente ma non solo, da l’impressione di un ripescaggio al campionato di serie C (campionato in cui il Tennis Club Alghero milita da diversi anni, ndr) esclusivamente per un colpo di fortuna. In realtà, oggi un po’ di fortuna c’è stata, ma è stata quel briciolo che va a ricompensare la sfortuna che ha causato la nostra retrocessione in serie D. Infatti, dopo un lungo campionato (da marzo a settembre, ndr),comprensivo di vittorie, pareggi e sconfitte, la retrocessione è stata sancita in un incontro andato sul 3-3 e perso al doppio di spareggio, al terzo set, dopo un lungo e combattuto tie-break concluso sul 10-8. Si dice, in gergo tennistico, che il tie-break è come lanciare una monetina, ma se da una parte, si riconosce legittimamente la vittoria a chi ha “chiuso” l’ultimo punto, d’altro canto, un ripescaggio di una squadra come la nostra, unica nel campionato ad aver perso al fotofinish, può definirsi una fortuna meritata».
D: Come dirigente, come valuti il rendimento della scuola tennis del Tc Alghero e cosa vedi nell’immediato futuro?
R: «La scuola che noi dirigiamo (guidata dai maestri federali Antonello Macciotta e Marco Lelli, e dall’istruttrice regionale Barbara Galletto, ndr), ha 70 bambini nella Sat, tra principianti ed evoluti, e 30 ragazzi che svolgono attività agonistica. Con un numero di oltre 10 formazioni che svolgono attività agonistica individuale ed a squadre, nei campionati giovanili, ai quali va aggiunto un discreto gruppo, proveniente dalla Scuola Addestramento Tennis, che sta facendo ben sperare per il futuro del tennis algherese, nei Pia (Piani Integrativi d’Area, ndr), sia maschili che femminili, nelle categorie Under 8, Under 9 ed Under 10».
D: Perché un ragazzino dovrebbe avvicinarsi al tennis invece che ad altri sport?
R: «Noi dirigenti, assieme agli addetti ai lavori ed a tutti i soci, appassionati e praticanti lo sport del tennis, abbiamo in comune questa grande passione. Ma il nostro imperativo, non è che un ragazzo debba avvicinarsi al tennis invece che ad altri sport, ma che i ragazzi ed anche le ragazze (che oggi, nel panorama sportivo internazionale, stanno assumendo un ruolo di primo livello), si avvicinino allo sport, qualsiasi esso sia, prima nella scuola e poi nelle associazioni sportive. Certo che, come detto all’inizio, noi siamo appassionati di tennis, quindi nati, sportivamente, soprattutto in questo sport e principali fautori della sua diffusione in questo territorio. Certo che, dal tennis, noi siamo sicuri che, sia le famiglie che i giovani, abbiano tutte quelle soddisfazioni che si aspettano nella vita, che non sono solo quelle di diventare un campione (cosa di cui ne è severa giudice la natura), ma, cosa fondamentale per i “comuni mortali”, saper acquisire la capacità dignitosa di saper competere secondo regole civili e sportive, anche con discrete soddisfazioni agonistiche».
D: Andrea Sechi, quando non è in campo, cosa fa?
R: «Oltre che aver fatto da giovane lo studente e lo sportivo, svolgo, dal termine dei miei studi, la funzione di insegnante di educazione fisica. Ultimamente, dopo un corso di specializzazione, svolgo l’attività di insegnante nell’area psico-motoria, nelle scuole superiori, a vantaggio di alunni diversamente abili. Da parte mia, almeno, con grande soddisfazione. Il tempo libero lo dedico allo sport».
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