Decine di emigrati sardi mobilitati da Dublino a Londra nel tentativo di scongiurare la chiusura dell´hub Ryanair dall´aeroporto di Alghero. Occhi puntanti sull´incontro del 5 maggio con O'Leary. Ecco le loro storie
ALGHERO - «La storia siamo noi, attenzione nessuno si senta escluso... Questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare...». Una della più belle canzoni di Francesco De Gregori con un tema universale: è la gente che fa la storia, ogni giorno vive e lotta per dei grandi e piccoli ideali, a dispetto di classi politiche più o meno buone o scadenti. Tutto passa, insomma, ma non la forza di pensare e manifestare. Oggi tutto è più amplificato e facile con internet dove sta crescendo una nuova mobilitazione per la Sardegna e in particolare Alghero.
Come riportato nelle pagine di
Alguer.it nei giorni scorsi, un gruppo di immigrati sardi a Dublino sta tentando di catalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla grave situazione dell'aeroporto [
LEGGI]. Dall'estate 2015 il Riviera del corallo ha perso 14 rotte con la sua prima compagnia aerea, la Ryanair, ma i problemi non finiscono qua per uno scalo alle prese con una procedura di privatizzazione che va avanti a furia di proroghe (l'ultima scade il 2 maggio) e una ricapitalizzazione da parte della Regione ancora ferma [
LEGGI].
Tornando alla partita "Ryanair", questa si sta giocando su diversi fronti politici: a Cagliari, Roma e Bruxelles. Da una parte ci sono i finanziamenti co-marketing che il vettore irlandese non incassa dalla società di gestione (di proprietà pubblica) dal 1° gennaio 2014 e gli aumenti delle tasse aeroportuali decisi dal Governo Renzi; dall'altra una Regione che attende il pronunciamento della Commissione Europea sulla legge 10. Un immobilismo attaccato dalle opposizioni ma non solo: ha creato un cortocircuito all'interno del Partito Democratico con posizioni molto forti e contrastanti al suo interno.
Ora - dopo la presa di posizione degli imprenditori e operatori turistici che hanno costituito anche un fondo e quella dei lavoratori in sciopero [
GUARDA] - si alza la protesta dei sardi emigrati che non vogliono rinunciare al diritto alla mobilità conquistato negli ultimi 15 anni. E soprattutt "low cost". Non è esagerato per tanti definirla una "rivoluzione sociale" quella che ha accompagnato la scalata dei voli a basso prezzo permettendo a tutti di spostarsi dal'isola per svago, salute e lavoro. Tornare indietro è inaccettabile. Il gruppo ha creato una pagina su
Facebook e ha chiesto un incontro all'amministratore delegato Michael O'Leary che il prossimo 5 maggio accoglierà nella capitale irlandese i sindaci di Alghero e Sassari e una delegazione regionale. «La storia non si ferma davanti ad un portone.....»
Nelle foto: alcuni emigrati sardi a Dublino e Londra